Maltempo, attesi entro fine anno nuovi fondi per il Nordest

Venerdì 6 Dicembre 2019
VENEZIA Prima di Natale arriverà un altro stanziamento per ristorare i danni causati dal maltempo in Veneto e Friuli Venezia Giulia a novembre. La notizia è filtrata da Roma ieri: Angelo Borrelli, capo del dipartimento nazionale della Protezione Civile, sta lavorando a un ulteriore sviluppo dell'ordinanza che ha dichiarato lo stato di emergenza anche per queste regioni, assegnando quasi 5 milioni di euro per le somme urgenze, visto che in realtà solo le prime spese venete sono state quantificate in almeno 8 milioni. Intanto però si guarda anche al futuro, con un vertice sul Piave convocato per lunedì alle 15 a Venezia.
L'incontro è stato fissato dal prefetto Vittorio Zappalorto, che ha invitato anche la collega Maria Rosaria Laganà di Treviso, il governatore Luca Zaia, l'assessore regionale Gianpaolo Bottacin, i sindaci rivieraschi del Veneziano e del Trevigiano e tutte le autorità competenti in materia. Al centro della riunione sarà l'esame della situazione idraulica ed idrogeologica del medio e basso Piave, con particolare riferimento all'esigenza di un bacino di laminazione, attualmente in fase di progettazione nella zona di Ciano del Montello, a valle del ponte di Vidor e sulla destra orografica, ma osteggiato dalla comunità locale. «L'impianto dovrebbe contenere 37-38 milioni di metri cubi spiega Bottacin perché gli studi ci dicono che il Piave potrebbe arrivare a 4.500-4.800 metri cubi al secondo. Lo scorso anno con Vaia ne abbiamo registrati 2.800. Abbiamo previsto degli interventi di pulizia dell'alveo e di sistemazione degli argini sul tratto terminale, ma in questo modo si arriva a poterne contenere 3.000 al massimo, per cui ne mancano ancora almeno 1.500. L'opera più efficace, autorizzata da un decreto ministeriale nel 2013 e valutata insieme al professor Luigi D'Alpaos, è ritenuta questa, in grado di trattenere il colmo di piena laddove si superi quota 3.000. Si tratterebbe di una struttura ricoperta dall'erba, che magari una volta ogni trent'anni serve ad evitare che vengano inondate località come Zenson o San Donà di Piave».
Il completamento del progetto è atteso nel 2021. Dopodiché bisognerà superare le resistenze evidenziate dagli attivisti del comitato per la difesa delle Grave di Ciano, che mira «al ripristino per quanto possibile dello stato naturale del fiume».
A.Pe.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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