LO STUDIO
VENEZIA Ci sono Venezia e Trieste in testa alla lista delle località

Giovedì 14 Febbraio 2019
LO STUDIO
VENEZIA Ci sono Venezia e Trieste in testa alla lista delle località portuali e turistiche che rischiano di essere maggiormente sommerse nel 2100. A causa del riscaldamento globale, il livello del Mediterraneo si sta innalzando così rapidamente da mettere a rischio migliaia di chilometri di aree costiere in tutta Italia, di cui una fetta rilevante a Nordest, in assenza di interventi di mitigazione. A dirlo è lo studio condotto dall'Enea che è stato illustrato insieme a Confcommercio ieri a Roma, dove i presidenti Federico Testa e Carlo Sangalli hanno firmato un protocollo d'intesa sullo sviluppo sostenibile.
I RISULTATI
Secondo i risultati della ricerca, sono 40 le aree costiere a rischio inondazione, a cominciare da quella che nel rapporto è definita Pianura Padano-Veneta e comprende il Friuli Venezia Giulia, il Veneto e l'Emilia Romagna: da Trieste a Ravenna, passando per Venezia, 246 chilometri di costa, per una superficie in pericolo pari a 5.451 chilometri quadrati. L'innalzamento del mare nei principali porti, fra 81 anni, è stimato intorno a 1 metro. Il picco in assoluto è previsto proprio a Venezia: 1,064 metri, che diventano 2,064 tenendo conto anche dello storm surge, cioè della compresenza di bassa pressione, onde e vento, che determina un sollevamento rispetto al litorale di un ulteriore metro. Per quanto riguarda Trieste viene invece calcolato un incremento di 0,980 metri, destinati a salire a 1,980 in presenza di particolari condizioni climatiche.
I COMMENTI
Luigi Merlo, presidente di Federlogistica-Conftrasporto, rilancia l'allarme: «Questo studio ci consegna una prospettiva certamente preoccupante e che necessita di un cambiamento totale nella programmazione delle opere marittimo-portuali. Lo stesso Mose è stato concepito anni fa sulla base di dati sensibilmente inferiori a quelli di cui disponiamo oggi e bisognerebbe capire cosa accadrà quando questo entrerà in funzione e dovrà probabilmente operare per una quantità di giorni decisamente superiore a quella di cui si è parlato». Ma secondo il veneto Marco Michielli, numero uno di Confturismo, occorre evitare di fare terrorismo: «I risultati sono conosciuti e c'è tempo per correre ai ripari. Con la Regione continueremo a monitorare la situazione con le opere di messa in sicurezza di tutta la terra veneta, a cominciare dalle spiagge, che essendo terra di bonifica, sta per buona parte sotto il livello del mare». Aggiunge Massimo Zanon, leader di Confcommercio Veneto: «Se non è il caso di fare dell'allarmismo, è però indispensabile mettere in campo tutte le iniziative possibili, con una pianificazione a lunga gittata». (a.pe.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci