Le ipotesi in campo per le crociere Lido, Porto Marghera o Chioggia

Mercoledì 30 Ottobre 2019
IL FOCUS
VENEZIA Eravamo rimasti alle tre ipotesi annunciate quest'anno dal precedente ministro Danilo Toninelli. Ipotesi che rispecchiavano l'imperativo del Movimento 5 Stelle Fuori le grandi navi dalla laguna. Anzi, a dire il vero, erano due visto che la costruzione del terminal sull'ex cantiere del Mose in bocca di porto di Malamocco era subito tramontata per la decisione di demolire la piattaforma in cemento e ripristinare la spiaggia originaria, come previsto fin dall'inizio della progettazione del sistema di paratoie mobili. Restano quindi il porto crociere a ridosso della diga foranea del Lido di Venezia, inviso alla popolazione dell'isola e non solo, e l'utilizzo del porto di Chioggia, che però non ha profondità né attrezzature e inoltre è gravato da un grande deposito di Gpl che non è compatibile con le crociere.
C'è poi la soluzione del Venis Cruise 2.0, progetto di Duferco Engineering e di Cesare De Piccoli, che ha passato la Valutazione di impatto ambientale, ma che i Comuni di Venezia e Cavallino Treporti non vogliono e che, anche per questo, è finora rimasto in qualche cassetto negli uffici del Mit, a Porta Pia. Si tratta di un terminal crociere in bocca di porto di Lido appoggiato sul fondale prima del Mose (e quindi formalmente fuori dalla laguna) in grado di ospitare quattro grandi navi e utilizzare comunque l'attuale Marittima per le operazioni di imbarco e sbarco dei passeggeri e la spedizione dei loro bagagli.
Il governo Conte 1 aveva lasciato in dote al Mit anche lo studio di una collocazione provvisoria di qualche grande nave sull'attuale porto traghetti di Fusina e l'utilizzo saltuario di alcune banchine commerciali di Porto Marghera, come è accaduto tra il 13 e il 14 luglio scorsi durante la festività veneziana del Redentore. Le navi passeggeri avevano all'epoca seguito il percorso delle navi container e di trasporto rinfuse e avevano imbarcato e sbarcato i passeggeri in un momento in cui i moli non erano occupati.
Infine, resta l'ipotesi da sempre caldeggiata dal sindaco di Venezia, fin dalla sua presidenza di Confindustria, di utilizzare per le navi da crociera più grandi alcune banchine del canale industriale Nord, che è lo stesso di cui si serve Fincantieri. E poi, di scavare e adattare alle altre navi il canale Vittorio Emanuele III, che collega Venezia a Marghera dal quale dovrebbe essere estratta una grande quantità di fanghi. Soluzione che trova contro il mondo ambientalista e gran parte della cittadinanza attiva.
M.F.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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