LE ELEZIONI
VENEZIA Elezioni europee, è iniziata ieri in Corte d'Appello

Mercoledì 17 Aprile 2019
LE ELEZIONI VENEZIA Elezioni europee, è iniziata ieri in Corte d'Appello
LE ELEZIONI
VENEZIA Elezioni europee, è iniziata ieri in Corte d'Appello a Venezia la presentazione delle liste per il voto del 26 maggio. Un passaggio tecnico che si concluderà stasera e che per alcuni partiti, come il Pd, ha confermato gli annunci dei giorni scorsi (Calenda capolista, il vicentino Variati quarto ma primo dei veneti). E che per altri, come la Lega, ha sancito invece l'esclusione dei big regionali per far posto ad amministratori locali.
C'è chi, come l'ex presidente leghista della Camera Irene Pivetti, ha anticipato la presentazione formale della lista di Forza Italia annunciando di essere candidata indipendente. Lo storico dell'arte e saggista Philippe Daverio è nella lista +Europa con il sindaco di Parma Pizzarotti e un altro ex M5s, il trevigiano Davide Borrelli. La padovana Luisa De Biasio Calimani corre invece con La Sinistra assieme al trevigiano Fausto Pozzobon. E oggi si saprà se la padovana Elisabetta Gardini, che ha lasciato Forza Italia, correrà con i Fratelli di Giorgia Meloni, magari in quota Fitto.
Complessivamente ieri sono state presentate 9 liste: Popolo della famiglia, Svp, Pd, Lega, Ppe, Partito Comunista, Gilet Arancioni, Partito Animalista, +Europa.
LEGA
Per quanto riguarda la Lega, confermate le anticipazioni pubblicate dal Gazzettino: i candidati veneti sono saliti da 4 a 6, piazzando accanto all'uscente vicentina Mara Bizzotto, al segretario veneto Toni Da Re, alla padovana Paola Ghidoni e al veronese trapiantato a Bruxelles Paolo Borchia anche la veneziana Rosanna Conte e la presidente dell'Ater di Belluno Ilenia Rento. «Tutta gente clamorosamente normale», ha detto Salvini, capolista in tutte le cinque circoscrizioni italiane, commentando le liste. Ma in Veneto si continua a mugugnare, anche perché l'esclusione dei regionali - Ciambetti, Caner, Sandonà, Barbisan - è valsa solo qui. A Nordovest la Lega ha candidato infatti la consigliera regionale piemontese Gianna Gancia, moglie di Calderoli, e le consigliere regionali della Lombardia Silvia Sardone Nardone e Alessandra Cappellari. Dunque, non è vero che l'esclusione dei regionali veneti era conseguente a quella dei lombardi: Salvini, con somma gioia soprattutto dell'uscente Bizzotto che forse stavolta riuscirà a tornare a Bruxelles senza subentrare a qualche dimissionario (Bossi nel 2009, Salvini nel 2014), ha lasciato fuori solo i veneti, salvo aumentare i candidati local da 4 a 6. Tant'è, in Lega si mugugna, ma silenziosamente: «No digo gnente» è l'unica dichiarazione concessa ufficialmente ai cronisti. A porte chiuse, invece, volano stracci: a Treviso sono inferociti per essere stati chiamati a indicare proposte di candidature trovandosi poi in lista l'unico di cui non era stato fatto il nome, cioè il segretario Da Re, trevigiano. In un simile contesto, rischia di fare cappotto la Lega friulana che corre con Marco Dreosto e Elena Lizzi: se il Veneto disperderà i voti (anche se Salvini avrebbe dato il via libera ai santini senza il suo nome), un Friuli compatto potrebbe ambire all'en plein. Tant'è, la prossima partita che si giocherà in Veneto sarà sul commissariamento del partito, non potendolo più lasciare in mano a Da Re che è candidato: fino a poco tempo fa il papabile era il capogruppo in Regione Nicola Finco, ora si parla del sindaco di Treviso Mario Conte se non addirittura di un foresto, probabilmente un friulano. Per gli assertori dell'autonomia, sarebbe un gran bella sberla.
PD
Nessuna sorpresa in casa Pd: Carlo Calenda è capolista, lo seguono gli emiliani Elisabetta Gualmini e Paolo De Castro, il vicentino Achille Variati, l'udinese Isabella De Monte. Ci sono il trevigiano Antonio Silvio Calò ormai noto in tutta Italia come quello che ospita in casa i profughi, la consigliera regionale Alessandra Moretti, l'ex senatrice Laura Puppato. Era stato annunciato l'imprenditore franco-olandese Eric Veron, al suo posto c'è l'emiliano Massimiliano Santini.
FORZA ITALIA
La lista di Forza Italia sarà depositata oggi. Capolista Silvio Berlusconi. In lizza come indipendente Irene Pivetti, che peraltro sta portando avanti un nuovo partito chiamato Italia Madre. In corsa anche il vicesindaco di Vicenza Matteo Tosetto, il sindaco di Jesolo Valerio Zoggia, la segretaria di FI del Friuli Sandra Savino, la senatrice padovana Roberta Toffanin. Ma se Forza Italia farà un solo eletto, il seggio andrà a Herbert Dorfmann della Svp in virtù di un accordo tra i due partiti. È il motivo per cui la parlamentare uscente Elisabetta Gardini ha lasciato gli azzurri.
FRATELLI D'ITALIA
Ma la Gardini sarà o no in lista con i Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni? Anche se la lista sarà presentata oggi, tutto lascia intendere di sì: ieri, infatti, il gruppo Ecr (Conservatori e riformisti europei) ha accolto, su proposta del vicepresidente Raffaele Fitto, l'ingresso di Gardini. Il passaggio successivo sarebbe la candidatura con FdI in quota Fitto (cioè Direzione Italia che con la Meloni ha fatto un patto federativo), accanto a Remo Sernagiotto. Se ciò avverrà, la padovana Gardini si troverà nelle stesse situazioni del conterraneo Massimiliano Barison quando lasciò FI per FdI e lei lo apostrofò così: «Incredibile, deve tutto a Forza Italia!». In lista con Meloni, al secondo posto, il capogruppo in Regione Sergio Berlato che, da statuto, si è sospeso da coordinatore del partito; il commissario reggente ora è il deputato bellunese Luca De Carlo.
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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