LA SVOLTA
VENEZIA In buona sostanza, si tratta di una rivoluzione epocale. Netta

Domenica 9 Agosto 2020
LA SVOLTA VENEZIA In buona sostanza, si tratta di una rivoluzione epocale. Netta
LA SVOLTA
VENEZIA In buona sostanza, si tratta di una rivoluzione epocale. Netta come fu l'atto di nascita che nel 1982 diede vita al Consorzio Venezia Nuova, il braccio operativo con un pool di imprese incaricate di costruire il Mose, sotto il controllo (e con l'erogazione dei finanziamenti statali) dell'allora Magistrato alle acque, istituzione storica a Venezia poi cancellata in fretta e furia all'ombra dell'inchiesta sulle tangenti per la costruzione delle dighe mobili. E venerdì sera con un provvedimento inserito nel Decreto Agosto il Governo ha deciso di segnare la fine del Consorzio per far nascere l'Autorità per la laguna, nuova struttura che riunirà ministeri e istituzioni locali e che avrà competenza sulle materie della laguna di Venezia.
In un certo senso è un ritorno all'antico, con la politica (le istituzioni statali e locali) che entrano in campo direttamente, come fu all'inizio del Consorzio, quando i vertici erano appunto diretta emanazione della politica di allora, basti pensare a Luigi Zanda, oggi senatore Pd e presidente dal 1985 al 1995, o a Franco Carraro e Paolo Savona, che gli succedettero. Venne poi l'epoca di Giovanni Mazzacurati, che divenne presidente nel 2005, ma dopo 22 anni da direttore, nella quale il Cvn - pur mantenendo un legame filiale con la politica romana - diventò di fatto quel feudo locale di potere che l'inchiesta sul Mose portò a galla. Oggi, dopo cinque anni di un commissariamento e soprattutto di scontri, liti, personalismi, rallentamenti e dispersione di soldi, il Cvn viene smontato per far posto all'Agenzia e alla politica che torna a prendere in mano il timone. Come?
GLI INGRANAGGI
L'Autorità per la laguna sarà quindi operativa già nei prossimi mesi, dopo che il decreto verrà trasformato in legge da Parlamento, con ogni probabilità per ottobre. L'intenzione quindi, è che nei mesi finali del 2020 il nuovo ente di governo della laguna possa muovere i primi passi in modo che nel corso del 2021 possa vedere entrare in funzione tutte le prerogative che le sono consegnate dal Decreto Agosto. Ciò che più conta, è che da questo autunno (in caso di emergenza) l'Autorità - a cui partecipano gli enti locali - possa essere in grado di decidere l'eventuale alzata delle paratoie del Mose. Nei fatti l'Autorità per la laguna ha natura di ente pubblico non economico, ha un'autonomia di gestione e crea una società in house che si avvarrà delle competenze che hanno lavorato al Mose finora, assumendo così il personale di Consorzio, Thetis e Comar. Il presidente dell'Autorità verrà nominato dalla Presidenza del consiglio dei ministri con un Dpcm apposito, su proposta del ministro alle Infrastrutture e sentiti gli enti locali. Per chiudere l'esperienza del Cvn, la cui concessione scade il 31 dicembre 2021 (data della consegna dell'opera) verrà creata anche la figura del commissario liquidatore che verrà nominato entro trenta giorni dall'entrata in vigore del Decreto Agosto e avrà il compito di gestire il Cvn, scioglierlo e liquidarlo alla consegna del Cvn. Ovvio quindi che si vada verso un superamento dello stesso Consorzio fin da subito, nonostante un periodo in cui - giocoforza - saranno presenti sia l'Autorità sia lo stesso Cvn. A fianco dell'Autorità per la laguna, il Decreto Agosto ha istituito anche il Centro internazionale di studi sui cambiamenti climatici per candidare Venezia ad essere una delle punte più avanzate in materia di sostenibilità ambientale e climatica.
LE REAZIONI
«È una cosa positiva perché era importante tenere unite tutte le competenze sulla laguna e questo avviene - commenta Cinzia Zincone, provveditore alle Opere pubbliche del Triveneto - Come ente statale penso sia più indipendente e forse, sottolineo forse, può essere un vantaggio. Lo svantaggio? Può essere la distanza da Venezia ma se l'Agenzia riuscirà a collaborare con gli enti locali, farà un ottimo lavoro. Se questo passo significa la fine del Cvn - aggiunge Zincone - io mi auguro e ho fiducia che le competenze interne al Consorzio restino. Per quanto riguarda i commissari devo dire che hanno fatto ciò che la legge gli chiedeva, hanno svolto al meglio il loro compito di riportare tutto in una sfera di legalità ma il loro tempo è concluso e quindi la fine di questa fase commissariale mi sembra giusta. Ora serve un impronta più imprenditoriale». E i commissari? Francesco Ossola è lapidario: «nessun commento, il governo decide e noi ottempereremo». Mentre il suo collega, Giuseppe Fiengo, si lascia andare: «L'idea che possa finire l'epoca dei commissari è anche giusta, è nella natura delle cose, al di là delle polemiche che ci possono essere, sono naturali conclusioni di vicenda. Doveva comunque finire il Consorzio, il 31 dicembre 2021».
Nicola Munaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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