LA SENTENZA
MESTRE La rotaia del tram di Mestre è pericolosa, e quel pericolo

Lunedì 9 Dicembre 2019
LA SENTENZA
MESTRE La rotaia del tram di Mestre è pericolosa, e quel pericolo non era adeguatamente segnalato. È con questa motivazione che il Tribunale civile di Venezia ha condannato il Comune di Venezia e Avm, la società che gestisce i mezzi di trasporto pubblici, a risarcire un ragazzo caduto dalla bicicletta infortunandosi in maniera piuttosto seria, al quale dovranno essere versati circa 100mila euro, interessi compresi.
La sentenza si riferisce ad un incidente avvenuto nel settembre del 2009, quando il tram non era ancora in servizio, ma le rotaie già state installate, senza peraltro che fosse predisposta idonea segnaletica per avvisare la cittadinanza dei rischi per la circolazione in bicicletta. Il giovane, all'epoca quindicenne, stava percorrendo via San Donà, a Favaro Veneto, quando si trovò nella necessità di sorpassare un veicolo in sosta sulla propria destra: la ruota della sua bicicletta finì nella rotaia e il ragazzo cadde a terra, riportando gravi lesioni in varie parti del corpo, tra cui il volto. Seguì un lungo periodo di malattia e convalescenza, con notevoli disagi nelle abitudini quotidiane e pregiudizio per le attività relazionali e sportive del giovane.
CONTENZIOSO GIUDIZIARIO
Da qui la decisione dei genitori di rivolgersi all'avvocato Giorgio Caldera che, nel 2013, dopo aver cercato invano di giungere ad un accordo, ha avviato la causa civile di fronte al Tribunale. Comune e Avm si sono costituiti a giudizio con gli avvocati Franco Buran e Mario Barioli, con l'obiettivo di dimostrare che non vi fu alcuna colpa nell'accaduto, da parte della pubblica amministrazione e del gestore del tram. Sono state chiamate in causa, inoltre, le due compagnie assicuratrici Unipol e Uniqa (patrocinate dagli avvocati Giacomo Vallese e Andrea Cesare), condannate dal giudice a tenere indenne Avm, ai sensi della polizza di copertura per i danni conseguenti a responsabilità civile.
«Viene finalmente resa giustizia ai cittadini coinvolti in innumerevoli cadute dovute alla presenza della rotaia del tram in un contesto viario evidentemente non compatibile con tale sistema», ha commentato l'avvocato Caldera.
Secondo il Tribunale, la colorazione rossa della corsia del tram non è «sufficiente a segnalare un grave pericolo, sussistente tutte le volte in cui si tenta di attraversare il binario». Il giudice rileva, inoltre, che all'epoca vi era consapevolezza del rischio da parte della pubblica amministrazione, e ciò si desume dalla divulgazione di volantini nei quali i cittadini venivano invitati a fare particolare attenzione: circostanza che «va ad aggravare la responsabilità del Comune», il quale avrebbe dovuto «agire ben più efficacemente, financo chiudendo al traffico delle biciclette quel tratto di strada».
NUMEROSI INCIDENTI
Gli incidenti sulle rotaie del tram sono stati numerosi, soprattutto nella fase iniziale in cui sono state collocate le rotaie e nei primi mesi di funzionamento: la prima tratta fu inaugurata nel 2010. Nel frattempo sono stati collocati segnali che mettono in guardia sui rischi delle rotaie per chi viaggia in bicicletta e questa sentenza, di ingente ammontare, è la prima di condanna a carico di Comune e Actv.
«È una sentenza clamorosa che rischia di cambiare completamente lo scenario, anche economico», dichiara l'assessore comunale alla Mobilità, Renato Boraso, che in passato, quando era semplice consigliere d'opposizione, si era dichiarato contrario al tram, ritenendolo inadatto alla struttura della città. «Dovremo procedere con una verifica, assieme ad Avm, per capire quanti sono i contenziosi ancora in piedi e quanti potenzialmente possono concludersi con una condanna di Comune e Azienda. Temo siano ancora tanti e dovremo capire come muoverci».
Gianluca Amadori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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