LA ROTTURA
VENEZIA «Siamo andati a sentire, anche per una forma di rispetto

Venerdì 24 Gennaio 2020
LA ROTTURA
VENEZIA «Siamo andati a sentire, anche per una forma di rispetto nei confronti del Partito Democratico e del centrosinistra. Ci siamo seduti, abbiamo ascoltato, alla fine abbiamo salutato e ce ne siamo andati». E? «E non ci siamo. A parte il fatto che se nella coalizione dovesse entrare il M5s noi non potremmo starci, hanno idee troppo confuse. Noi corriamo per conto nostro con +Europa, i socialisti e, se ci sta, Italia Viva».
Parla Federico Vantini, l'ex renziano ed ex sindaco di San Giovanni Lupatoto che martedì sera, con Emanuele Cagnes (ex del Pd pure lui, era segretario organizzativo regionale), ha partecipato alla riunione convocata dai dem a Padova e allargata a tutto il centrosinistra per mettere in campo la proposta da contrapporre alla Lega di Luca Zaia. Vantini e Cagnes al tavolo rappresentavano Azione, il partito fondato da Carlo Calenda, l'ex ministro che alle ultime Europee è stato capolista per il Pd nella circoscrizione Nordest e che ha lasciato il partito dopo la decisione del segretario nazionale Nicola Zingaretti di dare vita al governo giallo-rosso con i pentastellati. «L'accordo con il M5s vuol dire rinunciare a fare politica», aveva detto Calenda.
L'OBIETTIVO
Tant'è, la presenza di Azione martedì sera a Padova era stata interpretata dai presenti come una volontà di partecipare alla coalizione, tanto che i più si erano stupiti della sola assenza dei renziani di Italia Viva. In realtà, come dice Vantini, si trattava di una presenza di cortesia. Il Veneto, come in Puglia, vedrà un polo centrista contrapposto al Pd e ai sinistri, per non dire dei 5S. «La vera alternativa a Zaia siamo noi», dice Vantini. E siccome per battere Zaia servirebbe un miracolo, l'obiettivo è arrivare secondi battendo tutti gli altri candidati, a partire da quello del centrosinistra e sia che si tratti del civico Arturo Lorenzoni che del capogruppo dem Stefano Fracasso. Secondi dopo Zaia: così dicono. E con quale candidato governatore?
L'IMPRENDITORE
Il comunicato diffuso ieri da Azione con l'annuncio della corsa separata da quella del Pd porta la firma dei tre referenti regionali Alberto Baban, Emanuele Cagnes, Federico Vantini. E proprio di Baban negli ambienti politici si era parlato come dell'anti-Zaia, anche se l'imprenditore aveva fatto sapere di non essere disponibile. Ex proprietario della Tapi (tappi sintetici), a capo della VeNetWork che riunisce decine di industriali, per due mandati presidente del comitato Piccola Industria di Confindustria nazionale dopo esserlo stato di quella veneta, Baban l'anno scorso ha ceduto il circuito di credito Venetex a Sardex ed è stato nominato a capo del comitato scientifico A&T (Automation & Testing), la fiera Internazionale dedicata a Industria 4.0. E se si aggiunge che siede nel consiglio direttivo di Unicef Italia, assieme fra gli altri a Brunello Cucinelli e Walter Veltroni, sarebbe il profilo ideale a detta dei centristi veneti per proporre l'alternativa alla Lega di Zaia. Ufficialmente, però, Azione non dice chi sarà il candidato governatore.
IL COMUNICATO
Ecco la nota stampa diffusa ieri: Azione ha le idee ben chiare su cosa fare in Veneto in vista delle prossime regionali e si rende disponibile al dialogo con chi ha voglia di rappresentare un nuovo progetto per la nostra regione. Con +Europa e il Partito Socialista abbiamo già avviato un percorso solido con il quale vogliamo coinvolgere forze civiche e politiche che oggi non hanno una casa e non si sentono rappresentate dal binomio Zaia-Lega e tantomeno dalla mancanza di offerta di questi anni del Pd. Non si tratta di replicare il modello Puglia, ma di costruire un vero modello che risponda alle esigenze del Veneto e su questo siamo convinti che con Italia Viva ci siano molte convergenze di carattere regionale e territoriale sulla prospettiva che la nostra regione dovrà avere».
LE REAZIONI
Il polo voluto da Carlo Calenda, e dal coordinatore di Italia Viva Ettore Rosato, in realtà in Veneto non ha ancora avuto l'adesione ufficiale degli alleati. Ma il processo è quello, tanto più che anche +Europa disdegna intese con il M5s. La conseguenza è che il centrosinistra classico resta rappresentato dal Pd, dagli arancioni di Arturo Lorenzoni con Il Veneto che Vogliamo, dai Verdi e da LeU. Con queste prospettive la corsa di Zaia, se mai fosse stato possibile, è ancora più in discesa.
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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