«La giunta? Vedo tanti appetiti, serve umiltà»

Giovedì 8 Ottobre 2020
IL MONITO
VENEZIA A poche ore dalla proclamazione degli eletti in consiglio regionale del Veneto, il presidente della Regione Luca Zaia bacchetta i suoi compagni di partito che stanno sgomitando per entrare nella nuova giunta: «Ci vuole un po' di umiltà. Quando mi hanno offerto di fare il ministro, per un mese ho detto che pensassero a qualcun altro. Qua invece vedo che c'è gente disposta a fare di tutto, anche a pilotare uno shuttle che va sulla Luna senza neanche domandare dove si accende lo shuttle». E dunque come sceglierà la giunta? «Cercherò di farlo in scienza e coscienza, ma pensando ai veneti, non agli appetiti di qualcuno».
IL LIMBO
Per la prima volta in oltre sette mesi di dirette social e televisive sul coronavirus, ieri Zaia si è presentato all'Unità di crisi della Protezione civile a Marghera senza avere alla sua destra l'assessore Manuela Lanzarin e alla sua sinistra l'assessore Gianpaolo Bottacin. «Effettivamente mi sento un po' solo», ha sorriso, salvo spiegare le due assenze: «Ora che abbiamo avuto la proclamazione degli eletti da parte della Corte d'appello ci troviamo in una sorta di limbo, aspetto l'insediamento del consiglio regionale prima di procedere con la nomina degli assessori, ci vorrà al massimo una decina di giorni». Abbottonato com'è sua abitudine sui nomi di chi entrerà nella giunta Zaia Ter, il governatore non ha però risparmiato frecciatine a chi starebbe scalpitando per entrare o (tornare) a Palazzo Balbi. E siccome 9 assessori su 10 saranno leghisti, la stoccata è tutta per la Lega
I CRITERI
Zaia ieri ha ribadito che le preferenze non sono il criterio principe per entrare in giunta: «Il numero delle preferenze non è conditio sine qua non per le nomine, l'ho sempre detto. Contano la storia personale, la professionalità, l'esperienza. Però non è neanche detto che se uno non fa l'assessore sia un poco di buono, la mia maggioranza ha 41 esponenti con me e gli assessori sono 10. Vuol dire che 1 su 4 farà l'assessore». Con immediata puntualizzazione: «Se saranno tutti interni». Perché c'è anche la possibilità, come avvenuto nel 2015 ad esempio con Elisa De Berti e Cristiano Corazzari, che si peschi al di fuori del consiglio. La possibilità in realtà appare remota perché con la nuova legge il consigliere regionale che entra in giunta dove dimettersi dall'assemblea liberando così il posto per il primo dei non eletti della stessa lista. Significa che potenzialmente al Ferro Fini potrebbero entrare 9 nuovi consiglieri regionali al momento bocciati dalle urne. Ma sui nomi degli assessori Zaia non ha fatto anticipazioni, semmai è parso divertirsi: «La nuova giunta? L'ho sempre avuta in mente, mi diverto a leggere i vostri articoli così cambio schema, mi date molti spunti. Soprattutto io odio le aspettative». E ha invece ricordato che i partiti «non si sono mai permessi di fare intrusioni, mai accaduto nella mia storia» e per questo ha ringraziato «la Lega, i compagni di viaggio Fratelli d'Italia e Forza d'Italia, sanno benissimo che la nomina degli assessori e la scelta delle deleghe è una competenza del presidente». Tempi? «Subito dopo l'insediamento del consiglio regionale».
I RUMORS
Cosa dicono i rumors di Palazzo? Intanto i numeri: 10 assessori, 9 tra Lega e Lista Zaia, 1 a Fratelli d'Italia. Per parità di genere e, soprattutto, esperienza e capacità, in casa di Giorgia Meloni la favorita è la vicentina Elena Donazzan (cui però potrebbero essere cambiate le deleghe), anche se il partito veronese scalpita per avere un riconoscimento (tra i papabili Stefano Casali, primo dei non eletti). Dei 9 leghisti, 5 caselle risultano già decise con le riconferme di Manuela Lanzarin (Vicenza), Gianpaolo Bottacin (Belluno), Elisa De Berti (Verona), Roberto Marcato (Padova), Cristiano Corazzari (Rovigo). Federico Caner è in bilico più che altro per una questione geografica: entrasse in giunta gli subentrerebbe in consiglio il primo dei non eletti a Treviso in lista Lega, mentre raccontano che il tentativo sia di recuperare Stefano Busolin di Zaia Presidente. In più tra i possibili neo assessori c'è Alberto Villanova. Troppi, con Zaia, tre trevigiani in giunta. Padova reclama un secondo assessorato come nel 2015 quando con Marcato c'era Giuseppe Pan (Fabrizio Boron, Luciano Sandonà). Lo stesso dicasi di Verona se non altro perché è la terra del segretario della Liga Lorenzo Fontana (ed è qui che potrebbe esserci l'unico esterno, il presidente di Acque Veronesi Roberto Mantovanelli, che non era neanche candidato). A Venezia non danno ancora per chiusa la vicenda di Gianluca Forcolin, stoppato dal bonus Inps, mentre attende Francesco Calzavara. A Vicenza si rischia l'ingorgo: oltre alla Lanzarin, Roberto Ciambetti potrebbe essere riconfermato alla presidenza del consiglio e c'è Nicola Finco che aspira a passare in giunta. La domanda è: chi, tra tutti questi, secondo Zaia è il pilota che vorrebbe accendere lo shuttle senza neanche sapere dov'è il bottone?
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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