LA CONTESA
MESTRE Così non si può andare avanti, il Bilancio consuntivo

Venerdì 7 Agosto 2020
LA CONTESA
MESTRE Così non si può andare avanti, il Bilancio consuntivo 2019 del Porto dev'essere approvato, altrimenti è la paralisi amministrativa. Il ministero dei Trasporti, dopo l'ennesima fumata nera del Comitato di gestione, con l'assenza dei due rappresentanti di Regione e Città Metropolitana che avevano bocciato il documento contabile già lo scorso 18 giugno, ha deciso di commissariare l'Autorità di sistema portuale del mare Adriatico settentrionale (Adspmas). Siccome, però, il presidente uscente, Pino Musolino, ha operato secondo le regole e ha prodotto un Bilancio giudicato regolare da parte di Dipe (Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica), Avvocatura distrettuale di Venezia e professionisti interpellati dal Porto, è lo stesso Musolino ad essere stato nominato commissario e a dover garantire l'operatività dello scalo per il tempo necessario a varare il bando per individuare il nuovo presidente.
LA DECISIONE
Lo ha deciso ieri il ministro dei Trasporti Paola De Micheli «per assicurare la regolare prosecuzione dell'attività dell'Ente», e contestualmente ha sciolto il Comitato di gestione per la mancata approvazione del bilancio entro il termine previsto. Una soluzione di continuità che, oltretutto, non fa perdere la faccia agli ambienti romani i quali a fine luglio, giudicando la regolarità del Bilancio preparato da Musolino, avevano rimandato la palla in campo veneziano consigliando al presidente di riconvocare il Comitato di gestione per far approvare quel Bilancio.
In questo modo, ora, con i poteri commissariali, Musolino potrà anche approvare il Bilancio 2019, nonostante le perplessità della Corte dei conti espresse nella relazione sulla gestione finanziaria 2018 dell'Adspmas, in particolare riguardo la revisione economica del project financing di Fusina, ossia l'operazione che i rappresentanti della Regione Veneto e della Città Metropolitana di Venezia hanno giudicato sbagliata decidendo così di bocciare il Bilancio 2019: secondo la Corte l'Autorità portuale avrebbe dovuto cercare una soluzione alternativa «con altri soggetti», prima di impegnare altri 9 milioni a favore della Venice Ro-Port MoS, società controllata da Mantovani.
L'Autorità che guida gli scali di Venezia e Chioggia si aggiunge così agli altri otto porti (quali Genova, Trieste, Bari, Ancona) le cui presidenze dovranno essere rinnovate tra novembre e fine anno, mentre la scadenza naturale per Musolino sarebbe stata fine marzo del 2021.
IL TOTO NOMINE
A Venezia la notizia del commissariamento del Porto ieri pomeriggio non ha provocato reazioni ufficiali a parte quelle dei due principali candidati sindaci: Pier Paolo Baretta per il centrosinistra ha detto che «il tentativo di Brugnaro di bloccare il Porto è fallito. La nomina del precedente amministratore a Commissario garantisce la continuità dell'attività portuale e mette al riparo lavoratori e aziende da una paralisi che sarebbe stata gravissima soprattutto in un tale momento di difficoltà. Venezia ha bisogno di un'amministrazione che si occupi degli interessi della città senza piegarla a strumentali calcoli politici». Luigi Brugnaro, invece, si limita a «rispettare la scelta legittima del ministro. Le nostre ragioni le abbiamo già spiegate nelle sedi opportune». Ufficiosamente, intanto, nei corridoi dei palazzi istituzionali si è già aperto il toto presidente con una parte che punta su Martino Conticelli, il segretario generale di Adspmas entrato in rotta di collisione col presidente Musolino e che era stato sostenuto da parte di lavoratori e operatori già nel 2017 quando venne invece nominato Musolino; e un'altra parte che non vedrebbe male l'attuale sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta nel caso la sua corsa alla poltrona di sindaco di Venezia lo vedesse sconfitto.
Elisio Trevisan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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