L'INCONTRO
VENEZIA Autonomia del Veneto, si ricomincia. A ventiquattr'ore dal

Lunedì 21 Ottobre 2019
L'INCONTRO
VENEZIA Autonomia del Veneto, si ricomincia. A ventiquattr'ore dal secondo anniversario del referendum sull'autonomia del Veneto - 22 ottobre 2017, oltre 2 milioni di votanti, 98% di favorevoli - domani ripartiranno le trattative tra la Regione e il Governo per l'applicazione dell'autonomia differenziata secondo il disposto della Carta Costituzionale. Mentre a Venezia, a Palazzo Balbi, il governatore Luca Zaia ha invitato assessori e consiglieri regionali di maggioranza e opposizione per fare il punto della situazione (e il Pd, con il capogruppo Stefano Fracasso, ha detto no grazie: «Se il governatore ha qualcosa da riferire lo faccia in consiglio dove non si vede da mesi»), a Roma a incontrarsi saranno i tecnici. A guidare la delegazione trattante del Veneto sarà sempre il professor Mario Bertolissi, il costituzionalista padovano che ha appena dato alle stampe una pubblicazione sull'argomento. Si intitola Autonomia - Ragioni e prospettive di una riforma necessaria, sono 187 pagine edite da Marsilio di cui una quarantina di note al testo e bibliografia, perché gli accademici non si limitano a scrivere le proprie teorie, citano dati e fatti: chi ha detto cosa e quando. Ma, soprattutto, Bertolissi smonta, nel suo lavoro, i luoghi comuni che per quattordici mesi, durante il governo Conte I, hanno riempito le pagine dei giornali - secessioni dei ricchi, italiani di serie A e di serie B - e contribuito a ingrossare il muro di gomma sull'asse Roma-Venezia. Ora che con il governo Conte II la trattativa riprende, il professor Bertolissi si dice fiducioso.
L'IMPORTANZA DEL VOTO
Il punto di partenza del professor Bertolissi è che il referendum sia servito. Eccome. Anche per sottolineare la differenza tra Nord e Sud. Che esiste già, dice, indipendentemente dall'autonomia differenziata: «Senza la cocciuta determinazione della Regione Veneto, la Questione meridionale non avrebbe acquisito il rilievo che ha». Il punto - sostiene - è che l'Italia è già spaccata, mentre l'attuazione dell'articolo 116 terzo comma della Costituzione «potrebbe rappresentare la prima pietra di una rinascita», una «grande riforma dello Stato». Secessione dei ricchi, Italiani di serie A e di serie B: tutti falsi miti, bugie. Solo che questa è la terza trattativa: sarà la volta buona?
TERZA VOLTA
Il professor Bertolissi ammette: la prima trattativa, quella con il Governo Gentiloni e il sottosegretario Gianclaudio Bressa, è stata caratterizzata da «un lavoro sereno». E tutto sommato proficuo, se si considera che si è arrivati alla firma di una pre-intesa, anche se appena su 5 materie, il 28 febbraio 2018. «Il clima era sereno», dice il costituzionalista, che ricorda il ruolo della Regione Veneto: «Non ci sono stati precedenti nella storia». E rimarca l'utilità del referendum del 22 ottobre 2017: «Un conto è presentarsi a Roma come ente Regione, altra cosa è avere il mandato di oltre 2 milioni di cittadini».
Poi c'è stata la seconda trattativa, quella con il governo gialloverde, il Conte I. Sulla carta doveva essere un lavoro in discesa, non fosse altro perché c'era la Lega, ma non è stato così. Dell'ex ministro agli Affari regionali e all'Autonomia Erika Stefani, Bertolissi tesse solo lodi («Ha lavorato in modo strepitoso, con una grande sobrietà»), ma il risultato non c'è stato: «Abbiamo trovato un muro di gomma». L'indice è puntato sui ministri del M5s. L'impressione, però, è che la Lega ai livelli centrali non abbia mai posto la questione dell'autonomia alla pari di altri temi, come Quota 100.
L'ASPETTATIVA
Adesso si ricomincia. Forse. La domanda è: i veneti che due anni fa, sotto la pioggia, sono andati a votare per l'autonomia devono mettersela via? Il nuovo ministro ha capovolto i termini della questione: vuole una legge quadro, quindi prima di tutto il passaggio in Parlamento, mentre la Costituzione parla di confronto, e intesa, tra il Governo e la Regione, prima dell'approvazione a maggioranza assoluta da parte delle due Camere. Un ostacolo in più? Bertolissi la vede diversamente: «Io sarò emozionatissimo perché per la prima volta mi troverò di fronte a una proposta scritta». Il capo della delegazione trattante preferisce vedere il bicchiere mezzo pieno: «Il ministro Boccia ha sul tavolo il lavoro di un anno, non entrerà in una stanza vuota. E poi, diciamolo, il nuovo ministro ha tutto l'interesse a portare a casa qualcosa». Ottimista o pessimista? «Sono fiducioso», dice il professor Bertolissi. Che del primo confronto con il ministro, tenutosi a Venezia, dà un giudizio tutt'altro che negativo: «È stato un incontro elegante». Da domani si entra nel merito.
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci