L'INCIDENTE
ERACLEA (VENEZIA) È spirato tra le braccia del padre che lo

Lunedì 2 Novembre 2020
L'INCIDENTE ERACLEA (VENEZIA) È spirato tra le braccia del padre che lo
L'INCIDENTE
ERACLEA (VENEZIA) È spirato tra le braccia del padre che lo ha trovato agonizzante al volante dell'auto rovesciata nel fossato sulla strada di casa. Una tragedia nella tragedia quella che si è consumata all'alba di ieri in località Mussetta a San Donà di Piave, nel veneziano. Per Alessio Bragato, 22 anni, elettricista di Eraclea, figlio unico, non c'è stato nulla da fare. Ad allertare i soccorsi poco dopo le 6.30 è stato papà Alfio: si era svegliato alle tre e accorgendosi che non era rientrato ha cominciato a cercarlo. Alessio era un ragazzo a posto, che non faceva mai così tardi, e se succedeva avvertiva. Mai e poi mai avrebbe fatto impensierire lui e tanto meno mamma Stefania. Le ripetute chiamate al cellulare senza risposta gli hanno messo addosso una angoscia talmente grande da farlo uscire nel cuore nella notte. Dove sei Alessio? Dove sei? La speranza di trovarlo da un cugino e poi da un amico è presto naufragata. Poi la decisione di ripercorrere la strada che collega Eraclea a San Donà, dove era riuscito a sapere che il figlio si era fermato a mangiare una pizza in compagnia nell'abitazione di una ragazza. E quella nebbia maledetta che inghiottiva tutto e tutti. Anche Alessio. I fari a malapena riuscivano a squarciare l'oscurità, poi la scena che nessuno mai vorrebbe vedere. Tanto meno gli occhi di un padre. L'auto, una Citroen C3, quella di Alessio, finita nella scarpata sulla provinciale 56 nel tratto che prende il nome di via Unità d'Italia, quasi all'incrocio con via Circogno. «Alessio, Alessio?». Respira ancora o così sembra. La chiamata disperata al 118 e i medici che tentano di tutto per strappare alla morte quel ragazzo che sembra più giovane della sua età.
RICOSTRUZIONE
Sul posto arrivano i carabinieri e i pompieri di San Donà. Da una prima ricostruzione è molto probabile che Alessio Bragato abbia perso il controllo dell'utilitaria verso l'una, perché è a quell'ora che ha salutato gli amici per tornare dai genitori. Sulla carrozzeria non ci sarebbero segni che possano far pensare al coinvolgimento di altri mezzi. Ma come detto nella zona gravava una fitta nebbia e l'asfalto era coperto da una patina viscida e insidiosa che può aver fatto perdere aderenza alle ruote all'uscita di una semicurva. Un impatto tremendo, nel quale l'auto ha divelto anche un cartello stradale, girandosi su se stessa prima di terminare la sua corsa. A scoprire per primo quanto accaduto, appunto è stato il padre del giovane, cinque ore dopo lo schianto. Informato dell'accaduto il magistrato di turno ha disposto come da prassi il sequestro del veicolo, dando il nulla osta per la rimozione della salma.
INTERROGATIVI
«Cosa è successo davvero?» continua a chiedere e a chiedersi Alfio Bragato che invoca chiarezza sulla dinamica dei fatti. «Alessio era prudente sottolinea non correva mai e non beveva, sabato aveva trascorso il pomeriggio a Venezia e poi si era fermato a San Donà. Aveva una vita davanti, lavorava da un anno come elettricista in una ditta di San Donà, giorno dopo giorno cercava di conquistare la sua indipendenza, ogni dubbio su quanto accaduto va chiarito».
Alessio abitava nella frazione di Ponte Crepaldo con i genitori, appunto il papà Alfio e la mamma Stefania. La sua scomparsa ha suscitato un grande dolore in tutto il Comune, richiamando alla memoria la tragedia dell'estate 2019, a Jesolo in via Adriatico all'incrocio con via Pesarona, dove a perdere la vita erano stati Riccardo Laugeni di San Donà, Leonardo Girardi, Eleonora Frasson e Giovanni Mattiuzzo di Musile, anche loro 22enni. Ieri pomeriggio Romina Ceccato la mamma di Laugeni, che lo scorso luglio ha fondato l'associazione Alba in ricordo delle vittime della strada, ha voluto incontrare i genitori di Alessio. Nell'abbraccio alla mamma lo stesso dolore, lo stesso strazio.
Giuseppe Babbo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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