L'era Codello: «Fondazione Cini più vicina a Venezia»

Venerdì 23 Ottobre 2020
L'era Codello: «Fondazione Cini più vicina a Venezia»
FONDAZIONE CINI
VENEZIA A Venezia il presente e il futuro si coniugano al femminile. Una donna a dirigere l'ultimazione del Mose, una donna a sovrintendere le operazioni di salvaguardia della laguna, una donna rettrice dell'Università Ca' Foscari e ora una donna Segretario generale della prestigiosa Fondazione Cini. Renata Codello, architetto, ha lasciato il segno durante la sua lunga gestione della Soprintendenza della città storica (2006-2014) e poi alla Direzione regionale dei Beni culturali, prima di approdare alla Cini dove da due anni era responsabile degli affari istituzionali. Il suo compito sarà ora di assicurare la permanenza agli altissimi livelli di prestigio raggiunti dalla Cini anche durante il ventennio di Pasquale Gagliardi e programmare il futuro a cominciare dal 2021, settantesimo compleanno della Fondazione.
IL CAMBIAMENTO
«Intanto - esordisce - è un cambio di genere e va riconosciuto al presidente Giovanni Bazoli e al Direttivo la lungimiranza di affidarmi questi compito sapendo che sono necessari cambiamenti e serve introdurre fattori di discontinuità. La mia esperienza e formazione sono diverse da quelle di chi mi ha preceduta. Mi piace utilizzare in questo caso le parole del compianto filosofo della scienza, Giulio Giorello: L'innovazione vera cresce nella conoscenza del già fatto».
La celebrazione dei 70 anni è un'operazione che non si preannuncia semplice, a causa della recrudescenza del Covid.
«Da questo punto di vista - dice Codello - abbiamo fatto tesoro di ciò che era stato fatto fin da marzo. Il personale ha potuto, non tutto, lavorare in loco, abbiamo tenute aperte le nostre biblioteche (la Manica lunga ha acquisito solo a settembre più di 1.100 nuovi titoli) e anche la residenza per gli studiosi. Ogni giorno ci sono dalle 25 alle 30 persone che frequentano i luoghi di studio nella massima sicurezza. Tutto questo comporta costi molto elevati, ma è fondamentale dimostrare la vitalità della Fondazione in tutti i suoi aspetti. Purtroppo, i nostri proventi si sono drasticamente ridotti non avendo potuto fare altre iniziative pubbliche e i contributi pubblici sono microscopici. Forse dovremo fare scelte dolorose ma anche di resistenza».
I PROGETTI
Il 2020 ha visto l'avvio di due importanti progetti di restauro: lo Scalone del Longhena, realizzato con il contributo della Fondazione di Venezia e dell'Acri, e il Portale dei Buora. Ma negli ultimi vent'anni l'Isola è stata luogo di importanti interventi che l'hanno resa uno dei principali luoghi dell'architettura contemporanea a Venezia. Nel 2021 una pubblicazione speciale sarà dedicata proprio al racconto di questa trasformazione.
Poi sono continuate le attività espositive, come la mostra sul Piranesi a palazzo Cini e lo Studio glass americano alle Stanze del vetro sono, con la Biennale, le uniche mostre in questo periodo a Venezia.
«Ora vogliamo valorizzare in più e meglio il patrimonio della Fondazione che non è un museo, ma possiede una quantità enorme di materiali di studio. Come? - continua Codello - puntando a disseminare i risultati delle nostre ricerche».
Questo punto è molto importante, poiché periodicamente la Fondazione è a volte ritenuta una presenza prestigiosa ma non abbastanza partecipe della vita cittadina.
I RAPPORTI
«La Fondazione- replica - fa molte cose per la città con una serie di eventi, per lo più gratuiti, senza contare la possibilità sempre presente di poter visitare i locali e le biblioteche e da un paio di anni ci sono anche le visite guidate. Rassegne come Homo Faber sono state realizzate anche per i veneziani: li invito a prendere il vaporetto e venire a San Giorgio. La mostra attuale sulle stanze del vetro ha registrato, per dire, più ingressi di turisti che di locali. Forse uno sforzo dovremo farlo anche noi per spiegarci meglio».
Questo, però, non significa che la Cini abbasserà il suo livello di produzione culturale, ma cercherà di dialogare ancora di più a livello locale dove i rapporti, dal Comune alla Biennale alle istituzioni culturali e museali sono già ottimi.
«La Fondazione si è sempre occupata di alta cultura e di internazionalizzazione - continua - da qui sono usciti alcuni tra i più grandi curatori d'arte nel mondo. Mantenere il livello di eccellenza è importante e non abbasso l'asticella perché il ruolo della Cini è questo. L'eccellenza è un obiettivo cui dobbiamo tendere sempre».
Un'iniziativa ambiziosa riguarda infine il recupero del Teatro Verde, che ha una capacità di ospitare ben oltre il migliaio di spettatori all'aperto.
«In questi mesi siamo andati avanti con la progettazione di fattibilità con la collaborazione di Norman Foster - spiega ancora Codello - ma serviranno molti soldi e se non ci sarà un mecenate i tempi saranno lunghi».
Michele Fullin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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