INNOVAZIONE
VENEZIA Ca' Foscari investe con forza sulla terza missione: dopo

Lunedì 16 Dicembre 2019
INNOVAZIONE
VENEZIA Ca' Foscari investe con forza sulla terza missione: dopo la formazione e la ricerca scientifica, l'obiettivo è fare da motore per la ripartenza delle imprese veneziane e venete grazie all'innovazione strategica abilitata anche dalle nuove tecnologie. Per questo il 18 dicembre l'università veneziana presenterà lo Strategy Innovation Hub: un nuovo luogo di aggregazione in un edificio ristrutturato nel campus di San Giobbe, l'ex macello convertito a polo economico, affacciato sulla laguna e in posizione strategica per chi arriva in treno, in auto, in aereo e via acqua. Un hub del dipartimento di Management destinato a sviluppare la nuova missione dell'ateneo veneziano per diventare incubatore e punto di riferimento del rilancio economico del Nordest.
Per renderla più chiara possibile, in uno dei nuovi complessi di San Giobbe nascerà un luogo fisico, una sorta di club destinato a far incontrare innovatori, imprese locali, imprese mondiali, finanziatori, studenti. Ca' Foscari ha sostenuto le spese di ristrutturazione dei locali, mentre un budget importante è stato investito da aziende private in tecnologie, arredi, prodotti per rendere quello spazio un luogo di incontro, di interconnessione con il mondo che viaggia ad alta velocità, ma anche uno showroom per le stesse aziende venete. L'hub fornirà una serie di servizi a imprese e investitori, farà da sede di confronti, eventi e spazio didattico e di lavoro dotato di tecnologie di ultima generazione: sarà insomma una porta di accesso a Venezia dal punto di vista del business, del confronto tra idee, dell'incontro tra persone e della ricerca.
Lo scopo è fare leva sull'attrattività di Venezia per una ripartenza dell'economia basata sulle nuove tecnologie e sull'economia immateriale. Ed è significativo che il nuovo hub si affacci sulla laguna dalla parte opposta rispetto a Porto Marghera, polo manifatturiero in cerca di riconversione e rilancio, che ha bisogno come il pane degli strumenti e degli orizzonti che l'innovazione può dare.
IL DATO
Lo Strategy Innovation Hub che sarà presentato il 18 dicembre è un pezzo del sistema del progetto con cui Ca' Foscari vuole portare a termine una parte importante della sua terza missione. Perché c'è un dato che fa riflettere, che emerge da uno studio di Ca' Foscari su dati di Veneto Lavoro: le variazioni percentuali delle attivazioni contrattuali nell'ultimo decennio mostrano un calo deciso per le professioni alte, oltre il 10%, mentre quelle basse risultano in aumento di oltre il 30. Il che significa che l'alta specializzazione professionale legata alle nuove tecnologie ancora non sfonda nel mondo dell'impresa, non trova terreno per crescere, per un divario troppo ampio tra la preparazione di chi esce dalle università e le aziende.
Ecco quindi che l'esigenza è portare le imprese a un livello più alto di conoscenza per essere competitive, far assimilare tecnologie come il blockchain, opportunità come l'Intelligenza artificiale, fornire possibilità e approcci come quelli offerti dal digital first (attitudine a considerare l'innovazione digitale come fattore determinante della produzione). Perché la competizione si sta già giocando su questo campo e il Veneto non deve restare indietro.
Per questo Ca' Foscari ha fatto partire e partecipa a una serie di progetti, come lo Smact, il centro di competenza del triveneto costituito all'interno del Piano Nazionale industria 4.0 e che può contare su quasi 6.000 ricercatori avendo tra i soci fondatori tutte le università del triveneto e due centri di ricerca: l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e la Fondazione Bruno Kessler. Oltre ai soggetti citati, sono soci fondatori anche la Camera di Commercio di Padova e 30 impresa leader.
IL MASTER E IL LAB
Oltre all'hub c'è anche lo Strategy Innovation Master rivolto principalmente a manager aziendali che mette le imprese a contatto con relatori di varia formazione nel segno della multidisciplinarietà, per introdurre nuovi modelli di gestione aziendale, dare nuove visioni. Un master executive che ha l'ambizioso obiettivo di aprire nuove prospettive (il think different caro a Steve Jobs) nel solco del motto: l'innovazione è disobbedienza andata a buon fine.
A breve aprirà al Vega anche il LAB (Laboratory for Artifacts and Business model) per aiutare le imprese nella loro trasformazione digitale. «Perché - spiega Albarelli, professore associato di Computer Science a Ca' Foscari - se produco sedie, devo sapere che nel mondo c'è un competitor che produce sedie con l'approccio del digital first e che le immetterà sul mercato a un prezzo più basso, perché quello che conta non sarà più la sedia in sé, ma i dati che potrò raccogliere, gestire e cedere sui clienti che useranno quella sedia. Capirlo ora significa mettersi sul mercato per competere, con il valore aggiunto della nostra creatività e del nostro gusto».
IL FORUM
E infine c'è lo Strategy Innovation Forum, o Sif. Il Sif è un evento - come recita il sito - che alimenta annualmente a Venezia l'unico think tank italiano sul tema dell'innovazione strategica. Un evento con un tema sul quale si confrontano esperti, manager, ricercatori, investitori da tutto il mondo. L'edizione che doveva tenersi il 15 e 16 novembre, annullata per l'acqua alta, doveva affrontare gli impatti di intelligenza artificiale e blockchain sui modelli di business. Quello che vuole fare Ca' Foscari è però legato non solo alla sfera accademica, ma a quella più operativa, per proporre l'ateneo come motore per la ripartenza delle aziende venete, fornendo un luogo e un supporto di idee e strategie che costituisca una sorta di incubatore promosso dall'università, avvantaggiato dal fatto di poter attrarre idee e capitali in un contesto come quello di Venezia.
E per capire quanto sia considerato centrale per un rilancio di Venezia e il Veneto, il sostegno al Sif è stato inserito nella mozione bipartisan votata in Parlamento alcuni giorni fa con cui si chiede al governo di difendere e lanciare alcune eccellenze della città dopo il recente disastro dell'acqua alta. L'evento saltato a novembre proprio per l'acqua alta e che sarà recuperato il 13 e 14 marzo 2020, vedeva coinvolti 110 relatori (i vertici di Intesa Sanpaolo, Fincantieri, San Benedetto, Nestlé, Google, Microsoft, Tim, Bosch, Geox, Cisco, L'Oréal, Electrolux, Brooks Brothers, Kpmg, Techint, lastminute.com, Gambero Rosso, Coldiretti, Cisl, Iit), 1.500 persone iscritte e 50 partner privati, tra cui anche l'Institute for the Future di Palo Alto, con il trevigiano Mattia Crespi (research affiliate dell'istituto). C'è però ora da muovere la politica e adattarla alla velocità di crescita di questo progetto e del sistema Veneto. In tal senso la mozione sottoscritta alcuni giorni fa è un primo passo, così come il patrocinio della Regione ed, essenziale, il coinvolgimento del Comune. Una strada, ad esempio, potrebbe essere l'inserimento di San Giobbe nel percorso della Zes, la Zona economica speciale che il governo sta portando avanti per Porto Marghera, Tessera, Murano e Burano. Ma che ci sia bisogno di un sostegno politico e istituzionale è fuor di dubbio. L'hub che verrà inaugurato il 18 dicembre sarà quindi una vetrina nel cuore di Venezia. Perché l'importanza del territorio è fondamentale ora, come lo è sempre stata. Venezia nel Cinquecento seppe conquistare il mondo con l'innovazione e la forza del proprio sistema, ma oggi più che mai portare innovatori e imprese in laguna vuol dire offrire loro una prospettiva diversa, un valore aggiunto. Di qui l'impegno parlamentare a sostegno del Sif e l'ambizioso progetto del team diretto da Bagnoli: portare, dopo Muhammad Yunus lo scorso anno, un grande testimonial a Venezia per l'edizione di marzo del Sif.
Davide Scalzotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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