Il sindaco picchiato sorvegliato speciale Nomadi identificati

Martedì 13 Agosto 2019
Il sindaco picchiato sorvegliato speciale Nomadi identificati
IL CASO
CAERANO (TREVISO) «Mi auguro che chi mi ha picchiato stia il più lontano possibile da me e dalla mia famiglia. Ma non ho paura. Anzi, sono i nomadi che dovrebbero preoccuparsi: io non incito nessuno alla violenza, non sono fatto così, ma in paese i miei concittadini sono tutti infuriati ed è meglio che a Caerano questo persone non ci tornino più». Sono le 18 passate di ieri pomeriggio quando il sindaco Gianni Precoma esce dalla caserma dei carabinieri di Montebelluna, dove ha appena riconosciuto i tre nomadi appartenenti alla famiglia Kaari, padre e i due figli poco più che ventenni, che sabato sera l'hanno picchiato a sangue per averli invitati a sgomberare l'area industriale che avevano occupato con camper e tende. Sono stati segnalati alla Procura per lesioni personali aggravate, danneggiamento e minaccia aggravata. Ma nonostante la prima chiusura del cerchio delle indagini, la Prefettura di Treviso, ieri mattina, ha disposto, in via precauzionale, l'adozione di misure di vigilanza a tutela del primo cittadino. Ad occuparsi della sicurezza del sindaco, che ha subito lesioni per una prognosi complessiva di circa 30 giorni, saranno gli stessi militari dell'Arma che da ieri hanno assicurato il passaggio di una pattuglia davanti al municipio, all'abitazione e alla sede di lavoro del primo cittadino. E per lui si è mosso anche il ministro dell'Interno, Matteo Salvini: «Massima solidarietà al Sindaco e ai suoi concittadini perbene, sarò presto in città per aiutarlo a risolvere i problemi con gli zingari fuorilegge», ha scritto il leader leghista su Facebook annunciando una visita nel Trevigiano.
L'IDENTIFICAZIONE
Ieri pomeriggio il sindaco di Caerano ha passato 4 ore in caserma a Montebelluna per formalizzare la denuncia. I militari gli hanno mostrato un album fotografico dal quale ha riconosciuto i tre uomini che sabato sera, nel piazzale della zona industriale di via dell'Artigianato, lo hanno accerchiato e picchiato. Il sindaco, per la seconda volta in poche ore, li aveva invitati a sgomberare l'area. Ad agire, secondo quanto segnalato da Precoma, sono stati tre soggetti già noti alle forze dell'ordine: Giuseppe Kaari, 50 anni, e i figli Brandon, di 22 anni, ed Elvis, di 26. A colpire sarebbe stato il genitore mentre i due ragazzi avrebbero trattenuto il sindaco, uscito dall'agguato con due costole rotte, un occhio tumefatto e una lesione al naso che ha richiesto alcuni punti di sutura. «Ora mi sento più tranquillo - afferma Precoma appena uscito dalla caserma -, toccherà agli inquirenti fare le loro valutazioni. L'uomo che mi ha scagliato il pugno l'ho riconosciuto subito, gli altri immediatamente dopo. Ancora non mi capacito di quanto accaduto: non mi sarei mai aspettato una simile violenza».
LA RICOSTRUZIONE
Durante la colluttazione, uno dei tre si era diretto verso il camper. «Ha detto che andava a prendere il fucile» ha raccontato Precoma che proprio in quel momento è sfuggito alla presa dei suoi aggressori ed è salito in macchina, scappando a tutta velocità. Nessun fucile però è stato trovato all'interno del caravan. L'escalation di violenza e tensione che era iniziata già venerdì pomeriggio quando il primo cittadino, assieme ad altre due persone, era intervenuto in via Lepanto, dove si era accampata la famiglia nomade, chiedendo di lasciare libera l'area. «Avevo semplicemente chiesto di spostarsi, in maniera pacata, anche perché lasciavano in giro immondizie di ogni tipo» ricostruisce Precoma. La situazione sembrava sotto controllo, tanto che di fronte alla richiesta i Kaari avevano acconsentito a traslocare camper, auto e tenda in un altro sito. Solo che la scelta è ricaduta a sole poche centinaia di metri di distanza, in via dell'Artigianato. Una presa in giro per il sindaco, nonostante il nucleo familiare dei Kaari, di fatto, sia ormai una presenza fissa, da decine di anni, tra Montebelluna e Caerano, dove però vige un divieto di stallo per camper e caravan. Sabato sera, questa volta da solo, senza contattare i carabinieri per avere un sopporto nè potersi servire dell'aiuto dell'unico vigile, in questo periodo in ferie, il sindaco è tornato al camper dei nomadi. Ma questa volta è stato accolto con una caffettiera lanciata direttamente contro il finestrino della sua auto. C'erano diverse persone, ma sono state tre quelle che l'hanno aggredito e malmenato. «Hanno minacciato di uccidermi con il fucile» ha denunciato il sindaco, facendo quindi scattare la decisione, presa ieri mattina durante il tavolo tecnico in Prefettura presieduto dal viceprefetto vicario Antonello Roccoberton, di adottare nei suoi confronti una misura di vigilanza estesa a tutti i luoghi frequentati dal primo cittadino.
Alberto Beltrame
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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