IL PERSONAGGIO
VENEZIA Quando gli hanno consegnato la pergamena con cui il presidente

Giovedì 6 Giugno 2019
IL PERSONAGGIO
VENEZIA Quando gli hanno consegnato la pergamena con cui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo nominava commendatore al merito, il corazziere del re Giulio Biasin ha raccolto tutta la forza che aveva in corpo. Si è leggermente sollevato sulla sua carrozzina e ha baciato il labaro dello stendardo dei carabinieri. Ha retto l'emozione, non si è lasciato sfuggire una sola lacrima, nemmeno una smorfia che stavolta gli sarebbe stata concessa. È rimasto corazziere fino in fondo, come i due colleghi arrivati direttamente da Roma per lui, per scortarlo nel giorno in cui lo Stato riconosceva il suo servizio, in occasione della festa per i 205 anni dell'Arma.
IL VENEZIANO
Veneziano di Castello, Giulio Biasin, nome in codice Vulcano, il 19 settembre compirà 100 anni. Ed è l'ultimo corazziere del re ancora in vita. Lucido, si emoziona quando parla degli anni passati al servizio di Vittorio Emanuele III, dal 1939 al 1943, fino al passaggio, dopo l'8 settembre, sotto il comando del generale Badoglio contro i tedeschi. Ed è lui, assieme al generale Domenico Scarrone, presidente dell'Associazione nazionale corazzieri, a ricordare un episodio sull'altare della Patria. «Era una cerimonia lunga - racconta Biasin - ad un certo punto il re Vittorio Emanuele III ha detto al nostro generale di metterci pure al riposo. E lui ha risposto che i corazzieri non stanno mai a riposo». Uno spirito che Biasin, nato canottiere (verrà premiato nel 1942 a Berlino per aver vinto un Due senza), non ha mai lasciato sopire. Con lui, a Roma, anche il fratello Francesco, corazziere come lui. Davanti a loro (192 centimetri di muscoli) passavano autorità di ogni rango: dal re al papa Pio XII. Lasciata l'uniforme dopo il 2 giugno 1946 per aver giurato fedeltà al re, si era reinventato come portiere al Casinò Municipale. Senza mai dimenticare la casata Savoia. Tra gli aneddoti che Biasin ricorda con più emozione, la visita di Maria Jose a Venezia nel 1986 o la cerimonia di consegna della Croce d'oro al merito di Savoia che gli era stata consegnata da Emanuele Filiberto al Pantheon nel 2009.
«Una delle ultime volte in cui ha visto i corazzieri in servizio all'altare della Patria - racconta il generale Scarrone - ha chiamato il comandante dei corazzieri e ha detto di essere stato anche lui lì, di aver dato tutto allo Stato e ha detto al comandante di ricordare ai suoi uomini di essere orgogliosi della bandiera e dell'uniforme». E il bacio di ieri, mentre erano tutti lì per lui, è stata la migliore testimonianza.
Nicola Munaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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