Il grillino Scarabel: «Il Tfr? Pagato interamente da me»

Venerdì 4 Dicembre 2020
IL CASO
VENEZIA L'appuntamento con l'assegno di fine mandato è solo rinviato per altri 16 consiglieri regionali che sono tuttora in carica. Come i 23 che non sono stati rieletti (o al massimo sono subentrati come supplenti), anche loro al termine della legislatura potranno incassare i 33.000 euro alimentati per circa un terzo grazie alle proprie contribuzioni e per la restante quota attraverso le casse pubbliche. Un meccanismo che vale per tutti, tranne che per i pentastellati Simone Scarabel ed Erika Baldin, i quali hanno versato l'intero importo che sarà liquidato a lui subito e a lei fra cinque anni.
NEL 2016
Non era stato subito così. Il 23 marzo 2016 sia Scarabel che Baldin avevano compilato e firmato un modulo con cui optavano «per il trattamento relativo all'assegno di fine mandato e subordinato alla relativa trattenuta mensile determinata dall'Ufficio di Presidenza». In quel modo gli esponenti del Movimento 5 Stelle, a differenza dei loro colleghi di gruppo, acconsentivano all'accantonamento di 198 euro al mese, tratti dalla loro busta paga. La differenza per arrivare a 550 euro, cioè ai 6.600 annui che nel quinquennio diventano 33.000, sarebbe invece stata coperta dall'istituzione. Ma nel bel mezzo dell'estate, era scoppiata la polemica, inizialmente accesa dall'allora grillina Patrizia Bartelle e successivamente divampata anche fra gli attivisti. Non potendo fare marcia indietro, Scarabel e Baldin avevano trovato una soluzione con una nota inviata il 3 agosto 2016, in cui ciascuno dei due dichiarava: «Con la presente delego l'Ufficio di Presidenza a devolvere alla Regione gli emolumenti che mi spettano, nella seguente misura: quota fissa mensile di euro 352». Poi l'aggiunta a mano: «La presente ha carattere irrevocabile. Autorizzo fin d'ora l'accesso agli atti al presidente. Documento e chiedo che nel cedolino vi sia espressa voce della presente devoluzione».
IL TFR
A distanza di quattro anni, ora Scarabel si appresta a incamerare il suo assegno di fine mandato. «Per quanto riguarda me e la mia ex collega Baldin dice si tratta a tutti gli effetti di un trattamento di fine rapporto, pari a quello dei lavoratori dipendenti nel settore privato. Ogni mese ci siamo fatti detrarre la quota volontaria dal nostro emolumento e abbiamo versato alla Regione la parte a suo carico. Di conseguenza abbiamo anticipato di tasca nostra quello che, al termine del mandato, ci viene liquidato». Pentito di non aver rinunciato subito all'opzione, come gli altri colleghi? «Penso si siano pentiti di più loro risponde l'ex consigliere perché alla fine noi due ci siamo allineati all'orientamento del Movimento 5 Stelle in giro per l'Italia: restituire, destinandolo a scopi sociali, tutto quello che eccedeva l'indennità mensile di 5.000 euro lordi. Peccato che la legge, al di là delle promesse di Luca Zaia, non sia mai stata abrogata. Il governatore ha passato la palla al Consiglio, ma non si è mai visto un tacchino che chieda di anticipare il Natale...». Oltre a Baldin, i futuri beneficiari dell'assegno saranno Fabiano Barbisan, Fabrizio Boron, Gianpaolo Bottacin, Sonia Brescacin, Francesco Calzavara, Nicola Finco, Nazzareno Gerolimetto, Manuela Lanzarin, Roberto Marcato, Gabriele Michieletto, Silvia Rizzotto, Luciano Sandonà, Alberto Villanova, Andrea Zanoni e Francesca Zottis. Più i nuovi eletti che lo chiederanno.
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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