IL DIBATTITO
BELLUNO «Qualcuno cita De Gasperi e Mattei ma se loro fossero

Mercoledì 29 Gennaio 2020
IL DIBATTITO
BELLUNO «Qualcuno cita De Gasperi e Mattei ma se loro fossero vissuti ai giorni nostri avrebbero problemi con la giustizia. Noi amministratori siamo chiamati ad applicare le leggi e non abbiamo alternativa a farlo in modo ferreo. Io rimango convinto che per realizzare le opere serva un commissario con pieni poteri ma in Italia abbiamo un partito che pensa che dietro una carriola di malta ci debba essere un ladro. Si faccia qualcosa altrimenti questo Paese ha perso». Il presidente della Regione Luca Zaia taglia corto, anzi cortissimo. Affronta il problema senza giri di parole e punta il dito contro il nemico, neppure troppo invisibile. L'affondo arriva nel corso della tavola rotonda organizzata dagli industriali, ieri pomeriggio, a Belluno. Il tema, la carenza di infrastrutture. Una lacuna che blocca il traffico, ogni domenica, a Longarone. Con code mondiali o addirittura olimpiche. Due sfide che Cortina e il Veneto sono chiamati a ospitare nei prossimi sei anni, indossando il vestito migliore. «Cortina era una Bella Addormentata. Il territorio non ci credeva - ha spiegato Alessandro Benetton, numero uno di Fondazione 2021 - si sentiva già sconfitto. Ma quando la commissione è arrivata qui ha capito che tutto si stava mettendo in moto e ci poteva essere un importante rotolamento dell'energia».
IL PUNTO DI VISTA
Lorraine Berton, padrona di casa, numero uno di Confindustria Belluno Dolomiti, lo scandisce a chiare lettere durante la sua relazione: «C'è un futuro da pensare e costruire insieme, avendo ben presente il tema della sostenibilità. È un'idea strategica che condividiamo, ma con una premessa ben chiara: le nostre bellissime montagne non possono e non devono più essere luoghi che non contano, dove la nostalgia prevale sulla speranza e il rancore sulla fiducia. In un mondo che corre non possiamo più viaggiare e spostarci come nell'Ottocento. Serve una programmazione seria: dalla sistemazione della viabilità ordinaria, manutenzione del territorio, banda larga e il vitale sbocco a Nord. Senza collegamenti adeguati, il declino sarà inevitabile, anche sotto la stella dei Giochi Olimpici». Insomma il sogno, al risveglio, potrebbe assomigliare a un incubo se non si corre subito ai ripari. «Le infrastrutture sono la vera sfida. Perché creano opportunità, collegamenti e lavoro», ha aggiunto Vincenzo Boccia leader nazionale degli industriali.
I COMITATI
«Se alzo la cornetta per dire a qualcuno di sbrigarsi - ha spiegato Zaia - diventa traffico di influenze. La variante di Longarone per noi è prioritaria. Non pensiamo al consenso per le opere perché se ci avessimo pensato probabilmente qualcuna non la avremmo neanche presentata. Oggi ci troviamo a combattere contro un mare di comitati. Manca solo che nasca il comitato contro il vicino di casa che annaffia il giardino. Qualcuno deve fare qualcosa per la crescita di questo Paese altrimenti questo Paese non cresce più. Si scelga un magistrato, qualcuno di indubbia moralità, ma si faccia qualcosa, altrimenti questo Paese ha perso».
LA VISIONE
Del resto Zaia ha spiegato come è nata l'idea delle Olimpiadi a Cortina. Una domanda arrivata al Cio 24 ore prima della scadenza. «Ho detto agli uffici di studiare. Dal territorio non c'è stata alcuna spinta. Al sindaco di Cortina ne ho parlato quando è stato il momento di farlo». Poi Cortina ha mostrato tutto il suo potenziale e mettendosi a disposizione. Un'Olimpiade partita dalle stanze di palazzo Balbi, lontano dai riflettori, e sfociata nell'esultanza di Losanna quando il tandem Milano Cortina è stato elevato a sede olimpica. «Quando poco prima di mezzanotte mi è arrivato il messaggio di Zaia non ci credevo - ha spiegato Giovanni Malagò, presidente del Coni - ho subito chiesto se si potesse avanzare una candidatura con due nomi». Nel corso della tavola rotonda si è parlato anche di aeroporto. «Per noi le Olimpiadi sono irrinunciabili ma siamo contrari a un aeroporto a Fiames - ha spiegato il sindaco Gianpietro Ghedina - renderebbe necessario il sorvolo sulla città. Valutiamo piuttosto l'ipotesi di un accordo con la Pusteria». Zaia ha scosso la testa e non ha replicato.
Andrea Zambenedetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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