IL CASO
VENEZIA Il Molise l'ha già fatto, il Veneto vuole una legge per

Sabato 23 Marzo 2019
IL CASO
VENEZIA Il Molise l'ha già fatto, il Veneto vuole una legge per fare altrettanto. Ossia: chiedere ai medici che sono andati in pensione di tornare in corsia. Cosa di per sé già possibile, ma solo nelle strutture private. Non negli ospedali pubblici. Va da sé che se un bravo e stimato specialista dopo il pensionamento va a lavorare in una clinica privata, perché solo lì può farlo, i pazienti lo seguiranno. È quello che il governatore del Veneto chiama «migrazione di pazienti dal pubblico al privato». Ed è anche per questo che Zaia plaude alla richiesta del Molise: «Spero che questa sia la falla che fa crollare la diga».
IL PRECEDENTE
In Molise succede che non ci sono medici. In tanti rinunciano a partecipare ai concorsi banditi dall'Azienda sanitaria regionale Asrem e altri dicono no dopo essere risultati vincitori su posti a tempo indeterminato. Ultimo caso, quello che riguarda il concorso per due posti di dirigente medico, e zero partecipanti, nella disciplina di Pediatria. È così che l'Asrem è stata costretta a chiedere al Commissario alla sanità, Angelo Giustini, l'autorizzazione ad avviare le procedure per incarichi libero-professionali a medici in pensione. «In Molise accade quello che si registra anche in altre parti d'Italia - ha detto il direttore sanitario dell'Asrem, Antonio Lucchetti - ma visti i numeri ridotti della regione, la situazione diventa sempre più grave. In Molise se non si è radicati, se non si hanno famiglia, affetti, interessi, chi ha la possibilità di lavorare da altre parti sceglie questa strada».
L'APPELLO
Non che il Veneto sia messo meglio. Come rivelato dal Gazzettino domenica scorsa, i bandi effettuati da Azienda Zero, cioè la struttura di gestione amministrativa dell'intera macchina sanitaria del Veneto, nel periodo che va dall'ottobre 2018 al 15 marzo scorso sono andati decisamente male: su 246 posti disponibili, si è riusciti a inserire in graduatoria solo 118 medici. Significa che il Veneto è sotto di 128 specialisti. L'apice si è raggiunto con l'ultimo concorso per medici da destinare ai Pronto soccorso: c'erano 81 posti disponibili, sono stati presi 3 medici. Ne mancano 78.
È così che anche il Veneto pensa ai pensionati. «Non sapete quanti medici costretti ad andare in pensione ho visto con le lacrime agli occhi», dice il governatore Zaia. Che però, al momento, non può fare nulla: «Abbiamo bisogno di una norma che ci consenta di contrattare con i medici in uscita, come ho detto in tempi non sospetti. E non lo faccio per sostegno ai vecchi, ma perché non ci sono giovani. E dobbiamo fare in modo, nel momento in cui mancano medici, di trovare una soluzione: finché la questione non è risolta, anziché la pensione forzata, si deve prevedere la possibilità di fare contratti a termine. Allo stato attuale, invece, si spostano solo i pazienti dal pubblico al privato». Ma perché mancano medici? «Non ci sono medici - dice Zaia - perché si è sbagliata la formazione e la specializzazione. E si sbaglia la selezione, affidandola a test: è folle e succede solo in Italia che gli aspiranti non siano messi alla prova in sala operatoria. Einstein non è stato certo selezionato con dei test».
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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