IL CASO
VENEZIA Finisce a carte bollate la provocazione di Oliviero Toscani sui

Sabato 28 Ottobre 2017
IL CASO
VENEZIA Finisce a carte bollate la provocazione di Oliviero Toscani sui veneti «mona» perché hanno votato al referendum sull'autonomia. Questa mattina i consiglieri regionali Luciano Sandonà (Zaia Presidente) e Stefano Valdegamberi (Misto) denunceranno il fotografo in procura a Verona, competente sul territorio in cui i due esponenti affermano di aver ascoltato l'intervento andato in onda martedì scorso a Radio Padova. I politici lamentano la violazione della legge Mancino, proprio quella che la Lega Nord vorrebbe abrogare, ma il creativo si difende (a modo suo).
L'ACCUSA
Assistiti dall'avvocato Danilo Montanari, il padovano Sandonà e il veronese Valdegamberi chiamano in causa il concetto di «popolo veneto», citato dallo Statuto della Regione: «Balza agli occhi come Oliviero Toscani reiteri pubblicamente offensive dichiarazioni discriminatorie fondate sulla sola appartenenza etnica o residenziale: egli pubblicamente afferma che i Veneti sono tutti ubriaconi per ius sanguinis, che i contadini non sanno parlare neppure la lingua nazionale, che chi vive in provincia (quindi tutto il Veneto) fa sesso incestuoso, e anche che chi ha votato al referendum è un minorato intellettuale, o mona». Secondo i due rappresentanti della maggioranza, questa è incitazione all'odio razziale, simile a quella evocata nel caso di Anna Frank: «Non si riesce ad immaginare un elemento più indicatore di razzismo di queste affermazioni gratuite di sub-umanità ad un intero popolo, e neppure si percepisce differenza alcuna tra le denigrazioni discriminatorie di Oliviero Toscani contro i Veneti e le denigrazioni discriminatorie dei razzisti da stadio contro gli Ebrei. E non risulterebbe facilmente comprensibile l'eventuale diverso trattamento giudiziario». Di qui la richiesta di procedere sulla base della normativa di cui, evidentemente, non viene condivisa la cancellazione.
LA DIFESA
Toscani respinge le accuse, ancorché alla sua maniera: «Non ho fatto niente di male, non ho insultato i veneti, ho insultato quelli che hanno votato. Il fatto di aver votato non è una questione che riguarda solo i veneti». Pentito? «Si pentano i baciabanchi, si pentano quelli che credono. Io non posso pentirmi, mi spiace, sono laico». E incalzato ancora al Morning Show radiofonico, il fotografo rilancia: «Io sono monazza, ma non per quello che ho detto. Tutti i giorni facciamo delle monate. Alzi la mano chi non fa una monata al giorno».
A.Pe.
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