IL CASO
TRECENTA (ROVIGO) Il comunista per antonomasia della provincia chiede

Mercoledì 18 Novembre 2020
IL CASO
TRECENTA (ROVIGO) Il comunista per antonomasia della provincia chiede al vescovo di ridare per Natale un parroco titolare alle parrocchie del suo paese, rimaste senza pastore in piena pandemia. Se fossimo in un romanzo di Guareschi, sarebbe un po' come se Peppone rivolgesse un accorato appello al vescovo per poter riavere don Camillo. Succede in Veneto, nella provincia di Rovigo, dove l'esponente di Rifondazione comunista Guglielmo Brusco ha scritto una lettera aperta al vescovo della diocesi di Adria-Rovigo Pierantonio Pavanello. Ex assessore provinciale, Brusco è noto soprattutto per la costante attenzione e gli interventi critici su ciò che riguarda la gestione della sanità pubblica in ambito locale e regionale.
PARROCCHIA SGUARNITA
L'ex vicepresidente della Provincia abita a Trecenta, un paese di circa 2.600 anime che a maggio ha pianto la prematura scomparsa del parroco don Claudio Ghirardello, stroncato da un malore a 67 anni mentre si preparava a riaccogliere i fedeli in chiesa per le prime messe dopo la fine del lockdown. Da allora le funzioni religiose sono celebrate dai sacerdoti del vicariato della vicina Badia Polesine, che si alternano nelle messe. Brusco, che si definisce pensionato e non credente, abita proprio accanto alla chiesa di San Giorgio, sede della parrocchia del centro. «In questa zona un certo tipo di attività, non solo religiosa, promossa da parroci di diversa personalità dava un aspetto vivo a edifici e spazi che attualmente invece vivono un momento un po' grigio scrive - Con l'immatura scomparsa di don Claudio la comunità cattolica trecentana non ha più un parroco titolare, capace di trasmettere ogni giorno la sua personalità nella quotidiana opera parrocchiale. Per questo ritengo che una parte della dimensione parrocchiale pluricentenaria di Trecenta non sia più la stessa». Racconta, poi, di aver avuto tra i parroci locali alcuni amici e grandi avversari. «La mia fede politica, comunista, non ha trovato negli anni passati molti punti di incontro a livello locale (a livello provinciale invece sì, grazie alla grande generosità espressa da rappresentanti Caritas), ma comunque ho sempre ritenuto che il pluralismo sia sempre un fatto positivo. Per questo spero di poter riavere presto nella parrocchia di San Giorgio un parroco con il posto fisso, come direbbe Checco Zalone». Nonstante frequenti la chiesa di San Giorgio solo in occasione di qualche funerale, Brusco tiene a far sapere che in questa situazione manca qualcosa al suo paese, in cui hanno chiuso o rischiano di chiudere anche servizi pubblici di primaria importanza.
Ilaria Bellucco
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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