IL CASO
SANTO STEFANO DI CADORE La bandiera italiana sparisce dal pennone centrale

Martedì 2 Aprile 2019
IL CASO SANTO STEFANO DI CADORE La bandiera italiana sparisce dal pennone centrale
IL CASO
SANTO STEFANO DI CADORE La bandiera italiana sparisce dal pennone centrale del cimitero militare monumentale di Santo Stefano di Cadore (Belluno) e, al suo posto, compare quella del Leone di San Marco, con spada impugnata e libro chiuso. Un gesto, al momento privo di firma e senza rivendicazione, che domenica pomeriggio ha lasciato i cittadini del paese cadorino indignati. Soprattutto per i valori racchiusi nel camposanto che, dedicato al sottotenente Adriano Lobetti Bodoni, custodisce centinaia di salme di italiani, provenienti da tutte le regioni, accanto a quelle dei 109 austroungarici, di un ascaro e un boemo, per un totale di circa 950 giovani morti sulle montagne del Comelico durante la Prima guerra mondiale. Ad accorgersi di quanto accaduto è stato il vicesindaco di Santo Stefano, Paolo Tonon, che ha subito fatto denuncia ai carabinieri della locale stazione.
IL REATO
«Il reato ipotizzato è di vilipendio alla bandiera spiega Tonon con una condanna che può arrivare ai due-tre anni. Aver strappato la bandiera italiana costituisce un fatto gravissimo: è un oltraggio inaccettabile». La sindaca Alessandra Buzzo aggiunge: «Il cimitero rappresenta un luogo fortemente simbolico, dove vengono condivisi messaggi di fratellanza e pace e che merita rispetto. È un gesto inqualificabile». Analoghe parole arrivano anche dal capogruppo degli alpini di Santo Stefano, i cui soci si occupano e curano il cimitero, su incarico del Comune che, annualmente, rinnova la convenzione con il Ministero della Difesa. «Esprimo dice Alfredo Comis la più ferma riprovazione per l'atto vandalico». All'interno del sacrario è stata ritrovata anche una corona deposta «in memoria di tutti i caduti a causa della guerra voluta dallo Stato italiano», da parte del Comitato liberazione nazionale Veneto (Clnv), giunto l'altro ieri a Santo Stefano «per dimostrare ai residenti locali che il Clnv esiste, è vivo e che anche in Comelico può nascere e svilupparsi, per creare le condizioni della decolonizzazione». I carabinieri stanno raccogliendo ogni dettaglio per verificare l'esistenza o meno di un collegamento fra la bandiera ammainata e la visita del Clnv.
Yvonne Toscani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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