IL BOLLETTINO
VENEZIA Le spiagge distrutte. Le montagne che si sgretolano. I

Martedì 21 Maggio 2019
IL BOLLETTINO
VENEZIA Le spiagge distrutte. Le montagne che si sgretolano. I campi trasformati in laghi. Le colture che annegano. E mentre per l'agricoltura il governatore del Veneto Luca Zaia si appella al Governo perché venga dichiarato lo stato di emergenza nazionale, a Palazzo Balbi il fascicolo aperto giorni fa per far fronte ai primi danni causati dal maltempo continua ad ingrossarsi: siccome ormai piove ogni giorno e sono temporali e acquazzoni continui, la conta aumenta sempre di più. Il fascicolo con la dichiarazione regionale di stato di crisi - passaggio fondamentale perché poi il capo del dipartimento della Protezione civile porti a Palazzo Chigi la richiesta di dichiarare lo stato di emergenza - aumenta di volume di giorno in giorno.
IL LITORALE
Dopo la mareggiata di sabato notte, gli operatori balneari della costa veneziana si sono attivati per salvare la stagione. Per questo la giornata di ieri, su tutto il litorale veneto, è stata dedicata ai sopralluoghi con i tecnici per capire come intervenire. Il prima possibile. Anche perché i metri cubi di sabbia persi sono migliaia e la stagione è ormai alle porte.
Tra le spiagge maggiormente colpite c'è quella di Jesolo, soprattutto nella zona della pineta, più volte flagellata dalle mareggiate. E poi Eraclea Mare, dove il ripascimento dei giorni scorsi è stato cancellato in un colpo solo. E ancora Sottomarina e Rosolina, dove i danni sono ingenti. «Useremo delle riserve di sabbia che abbiamo già a disposizione ha annunciato l'assessore regionale all'Ambiente, Gianpaolo Bottacin, di fronte alle sollecitazioni degli operatori -. Per Jesolo abbiamo a disposizione 25 mila metri cubi, altri 10 mila per Eraclea, 25 mila per Sottomarina e 10 mila per Isola Verde. Le spiagge saranno pronte per l'inizio della stagione, ci servono dieci giorni lavorativi ma per riprendere l'intervento si deve prima sistemare il meteo».
Ad esprimere una soddisfazione per questa prima risposta della Regione è Alessandro Berton, presidente regionale di UnionMare: «Quanto accaduto conferma come il problema debba essere affrontato con una regia regionale. I nostri operatori si sono subito attivati per ripristinare i danni, ci fa piacere sapere che la Regione è dalla nostra parte. Sicuramente le spiagge saranno perfettamente attrezzate per accogliere gli ospiti, passata l'emergenza dovrà essere avviato un ragionamento per la costruzione di opere strutturali». Ma a sollecitare un piano nazionale è la deputata dem Sara Moretto: «Il ripascimento non basta più».
I CAMPI
Gli agricoltori, intanto, piangono. «Non si distinguono più i fossati dalle capezzagne, i viottoli di campagna», rileva la Coldiretti. Che sgrana il rosario deI danni: «Il mais nel territorio veneziano è già in asfissia nei campi allagati, il raccolto di fieno dell'alta padovana è perduto, a Lusia le coltivazioni di insalata sono sommerse di acqua, niente ciliegie nel vicentino colpite prima dalla grandine e poi dagli acquazzoni. Ed è allarme per la frutticoltura, in particolare per la coltura del pero che registra casi diffusi di cascola, quel fenomeno legato alle avversità con cui le piante fanno cadere i frutti immaturi». La stima è immane: 60 per cento di perdite. «Con 18 giorni di pioggia su 20 in maggio, la situazione sta diventando insostenibile - dice Gianmichele Passarini, presidente di Cia - Sono a rischio quantità e qualità delle produzioni, con cali che potrebbero arrivare al 40%».
LA RICHIESTA
«Penso sia fondamentale, giunti a questo punto, che si apra uno stato di emergenza nazionale per l'agricoltura - ha detto il governatore Zaia - Ormai la primavera se n'è andata, vuol dire che per orticole, colture a pieno campo, frutticole e vigneti si mette a repentaglio la produzione». Zaia ha ricordato che «l'allerta idrogeologica c'è, anche perché lo stato di emergenza che ho firmato qualche settimana fa è aperto. I cittadini segnalino alle amministrazioni i danni, poi cercheremo di raccogliere tutto in un dossier unico».
Intanto il consigliere regionale del Pd, Graziano Azzalin, ha chiesto che la Regione chieda lo stato di calamità per il Polesine allagato.
Giuseppe Babbo
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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