IL CASO
VENEZIA Che il piazzale della stazione di Venezia e la zona circostante

Sabato 14 Settembre 2019
IL CASO
VENEZIA Che il piazzale della stazione di Venezia e la zona circostante siano una specie di terra di nessuno non sorprende né è notizia di ieri. Alle bande di borseggiatrici sempre attive davanti agli imbarcaderi si somma un esercito di porter non sempre regolari, tanto che a volte si azzuffano per prendersi una valigia in più. In questo panorama di desolazione si è verificato uno sprazzo di umanità e riguarda la persona portata in carretto sul ponte di Calatrava, di cui abbiamo parlato ieri. Un episodio, accaduto qualche mese fa, che non è unico del suo genere poiché le segnalazioni di casi analoghi sono state parecchie anche in questi giorni.
La moglie del protagonista suo malgrado ci racconta la storia e lo fa soprattutto per mettere nella giusta luce il portabagagli che ha compiuto un gesto contro le regole.
IL PORTER
«Io e mio marito - racconta una signora di Padova - eravamo stati alla Fenice e al ritorno, proprio a pochi passi dal ponte, lui non se l'è più sentita di camminare a causa dei postumi da intervento chirurgico. Proprio per quello, poi, non abbiamo più utilizzato l'abbonamento. Dico questo perché non vorrei che il porter che ci ha aiutati passasse per quello che non è».
La testimonianza è diretta a far capire come non fosse stato il portabagagli ad offrire il servigio, ma gli fosse stato richiesto. «Non sapevo cosa fare, il vaporetto era troppo lontano per lui e comunque anche prendendolo a piazzale Roma ci sarebbe stato lo stesso problema, visto che non poteva più camminare e arrivare al garage sarebbe stato impossibile. All'andata - ricorda - avevamo preso il vaporetto, ma al ritorno avevamo pensato di fare la strada a piedi, visto che era presto e che mio marito non era affaticato». Poi, la difficoltà davanti al ponte.
«C'erano due o tre portabagagli - riprende - ho chiesto a uno di loro se poteva trasportarlo fino al garage. Lui mi ha risposto Signora, se faccio il ponte prendo la multa. Così, ho visto una pattuglia di vigili e ho chiesto come avrei potuto fare. La vigilessa, molto gentilmente, mi aveva chiesto se avessi voluto un'ambulanza, ma non c'era bisogno di essere portati in ospedale. Così ho chiesto se lasciavano quell'uomo attraversare il ponte per una volta e per una buona causa. A quel punto, ha acconsentito. Alla fine - conclude - quel porter ci ha risolto un problema ed è stato onesto, pur rischiando di essere sanzionato: mi ha chiesto 10 euro».
M.F.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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