«Amianto killer, sentenza storica»

Domenica 17 Marzo 2019
LE REAZIONI
VENEZIA «Una sentenza storica». È così che Medicina democratica e Associazione italiana esposti amianto definiscono il verdetto con cui la Cassazione ha rinviato a Venezia, per un nuovo giudizio di secondo grado, il caso delle navi della Marina Militare imbottire di asbesto. A processo sono rimasti quattro ex ammiragli novantenni, imputati delle morti avvenute a Padova del capitano di vascello Giuseppe Calabrò e del meccanico di bordo Giovanni Baglivo.
UN NUOVO CAPITOLO
Secondo le due associazioni, che si erano costituite parte civile nel processo destinato ad approdare per la terza volta in Corte d'Appello, si apre ora «un nuovo capitolo» nella travagliata storia giudiziaria scaturita dai decessi del 2002 e del 2005, due di una lunga serie. «Viene confermato affermano Md e Aiea che i due lavoratori sono deceduti per amianto, per responsabilità del datore di lavoro, gli ammiragli della Marina che non hanno preso le precauzioni di legge. Non solo, ma vengono anche respinte le teorie che stavano alla base della prima assoluzione: viene confermato che rimanendo i lavoratori in servizio e quindi esposti, la latenza, il tempo cioè che intercorre dalla esposizione fino alla manifestazione della malattia, veniva anticipata, di fatto anticipando il decesso».
LE SPESE PROCESSUALI
Questo punto dovrà essere approfondito tramite una consulenza tecnica, che già nell'Appello-bis non era stata disposta malgrado l'indicazione della Suprema Corte, tornata ora a ribadire il concetto. Ma Md e Aiea sono soddisfatte anche per un ulteriore aspetto: «Rilevante è il fatto che con la sentenza della Corte di Cassazione è stata annullata la condanna al pagamento delle spese processuali per le parti civili Medicina Democratica e Associazione esposti amianto». (a.pe.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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