HANNO DETTO

Mercoledì 17 Aprile 2019
HANNO DETTO
L'ALLARME
VENEZIA Ormai i Pfas sono arrivati fino al Po. A lanciare l'allarme è Arpav, in una comunicazione al commissario delegato all'emergenza Nicola Dell'Acqua, a proposito delle verifiche effettuate in tre punti del fiume: secondo quanto riferisce lo stesso dirigente regionale, nelle acque superficiali è stata trovata «una concentrazione poco inferiore a 100 nanogrammi per litro, cioè una quantità notevole, di un nuovo tipo di sostanza perfluoroalchilica». Si tratta del composto di nuova generazione C604, trovato per la prima volta ben al di là dell'area contaminata attorno all'azienda Miteni, motivo per cui il governatore Luca Zaia ribadisce «la questione nazionale», riaccendendo così lo scontro con l'opposizione.
LE ANALISI
Si legge nella nota diffusa dalla Regione: «A marzo è stata riscontrata una positività presso la stazione di acque superficiali sul fiume Po in località Corbola con la determinazione di un quantitativo di alcune decine di nanogrammi litro. Il campionamento è stato ripetuto il 2 aprile scorso, confermando il ritrovamento sia nella stazione già campionata che a monte e a valle della stessa». Per i tecnici di Arpav è «pressoché impossibile» che queste tracce siano arrivate da Trissino fino al confine con Emilia e Lombardia: «Una sostanza così poco utilizzata e di nuova generazione per essere riscontrata in queste quantità nel fiume più grande d'Italia fa supporre che si possano trovare a monte fonti di inquinamento importanti». Per questo Palazzo Balbi ne farà segnalazione alle amministrazioni regionali di Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte, mentre il gestore della rete Acque Venete ha ordinato nuove batterie di filtri, «non essendovi limiti europei e nazionali».
LA POLEMICA
Ripete al riguardo Zaia: «È necessario che il Governo, come ha già fatto il Veneto da tempo, intervenga fermamente, ponendo limiti zero». Scoppia così la polemica politica. «Finalmente anche il governatore del Veneto si accorge che l'inquinamento da Pfas è una questione nazionale», ironizza la deputata dem Alessia Rotta, a cui l'assessore regionale zaiano Gianpaolo Bottacin consiglia di «studiarsi le carte prima di parlare», in quanto «per la Regione Veneto i Pfas sono una questione nazionale dal 2014, basta leggere la lettera inviata dal nostro direttore regionale del dipartimento Ambiente a luglio 2014 al ministero dell'ambiente dell'allora governo Renzi per capirlo». Ma il centrosinistra torna all'attacco contro Zaia: «Limiti zero? Anzitutto li realizzi qua in Veneto dove abbiamo la contaminazione più grande al mondo con 350mila residenti e 50 Comuni coinvolti», tuona la consigliera regionale Cristina Guarda (Amp), insieme ai colleghi di Pd, Leu e Iic.
LE MAMME
Intanto le Mamme No Pfas hanno scritto al ministro Giulia Grillo, affinché le mense scolastiche usino «obbligatoriamente acqua in bottiglia sia per bere che per cucinare». Una protesta rilanciata a Bruxelles dall'europarlamentare pentastellato Marco Zullo: «L'Europa ha il dovere di garantire la salute e la sicurezza dei suoi cittadini».
A.Pe.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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