Fratelli d'Italia nella bufera: «Via Togliatti? Mai»

Giovedì 20 Febbraio 2020
IL CASO
VENEZIA Bufera nel partito veneto di Giorgia Meloni dopo le dichiarazioni del nuovo capogruppo in consiglio regionale, Andrea Bassi. «Mi sembra che i nuovi Fratelli d'Italia abbiano perso la strada», sbotta Massimo Giorgetti, punto di riferimento della destra in Regione, approdato nel partito della Meloni assieme all'assessore Elena Donazzan ben prima dell'arrivo degli ex tosiani Bassi e Stefano Casali. Questi ultimi l'altro giorno hanno convocato una conferenza stampa a palazzo Ferro Fini per presentare una mozione che impegna la Regione a sensibilizzare le amministrazioni comunali affinché nelle nuove lottizzazioni intitolino una strada ad Anna Frank. Non solo: Bassi ha detto che voterebbe anche a favore di una via intitolata a Palmiro Togliatti e di altre figure politiche della storia repubblicana. E ad insorgere, oltre a Giorgetti, è stato anche il leghista Alberto Villanova, presidente della Sesta commissione: «Impossibile dedicare una via a chi, come Palmiro Togliatti, ha lasciato morire i nostri alpini».
LE DISTANZE
In FdI a farsi interprete della rivolta nel partito - raccontano di chat ribollenti e commenti inferociti - è Giorgetti: «Credo di interpretare il sentimento di tanti di noi». E qui va fatta una precisazione: adesso in consiglio regionale gli appartenenti a Fratelli d'Italia sono cinque, solo che Bassi, Casali e il subentrato a Berlato Joe Formaggio sono nel gruppo che porta il nome del partito, mentre Giorgetti e Donazzan sono nel gruppo Più Italia! - Amo il Veneto. Giorgetti sbotta: «Bassi voterebbe per l'intitolazione di strade a Togliatti? Cioè a un anti-italiano e filosovietico? Nemmeno la sinistra arriverebbe a tanto. Certo è che il primo atto del nuovo gruppo di Fratelli d'Italia, cioè la mozione per Anna Frank, è stato quello di sentire la necessità di scusarsi di un'accusa che nessuno gli ha rivolto. La destra non deve più dimostrare niente. Giusto una settimana fa abbiamo votato in consiglio all'unanimità una legge sulla Shoah e Bassi sente il bisogno di dire che non siamo razzisti? I Fratelli d'Italia non devono scusarsi di niente». E, rincara Giorgetti, «non esiste neanche si baratti, io do Togliatti a te e tu dai Almirante a me. Io ritengo assolutamente sbagliato ricorrere all'intitolazione di strade per scusarsi di qualcosa tanto più che non c'è nulla di cui scusarsi». Giorgetti non era presente alla conferenza stampa, dice di aver visto il video su Facebook. E sferza: «Compito della politica è indicare la strada per la soluzione dei problemi, non intitolare le strade».
LA CRITICA
Sull'intitolazione di strade a Togliatti è intervenuto anche lo zaiano Alberto Villanova, presidente della Commissione regionale Cultura: «Che Palmiro Togliatti sia stato un politico che ha influenzato in modo netto la storia della Repubblica italiana, non c'è alcun dubbio: è un fatto incontestabile. Parimenti, tuttavia, va ricordato come alcune sue scelte, in un momento storico come quello della seconda guerra mondiale, ebbero conseguenze pesantissime su migliaia di italiani. La vicenda della lettera, resa nota solo nel 1992, ma da lui firmata nel 1943, sui soldati italiani dell'Armir fatti prigionieri in Unione Sovietica, è una ferita ancora aperta per i familiari di chi ha perso la vita per la Patria, per la nostra memoria storica, per chi ancora oggi, dopo tutto, ogni anno commemora il sacrificio di chi è andato avanti. Per questo una simile ipotesi è quanto mai fuori luogo ed inopportuna».
Al.Va.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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