Finto laboratorio tessile dava lavoro a 237 persone: denunciati 55 cinesi

Sabato 25 Aprile 2020
Finto laboratorio tessile dava lavoro a 237 persone: denunciati 55 cinesi
L'INDAGINE
ARZERGRANDE (PADOVA) Si prendeva gioco del Fisco e dell'Inps producendo buste paga fasulle senza effettuare la denuncia dei redditi. Nei guai è finito un'imprenditore cinese di 45 anni, J.Q. attualmente dimorante in provincia di Bergamo. A stroncare ogni forma di illegalità ci hanno pensato i militari delle Fiamme Gialle del distaccamento di Piove di Sacco nel padovano. L'azienda sotto la lente d'ingrandimento si trovava in via Umberto I nella zona industriale di Arzergrande, piccolo comune della Saccisica. Da quanto ricostruito dai finanzieri il laboratorio tessile era ormai chiuso dal 2016, ma finti operai continuavano a risultare in servizio con tanto di documentazione. Ma era tutta una truffa.
LA LUNGA RICOSTRUZIONE
L'indagine è partita due anni fa e ha permesso di ricostruire nei dettagli tutta la vicenda. Sono stati denunciati 55 cinesi. Sono accusati di aver perpetrato in concorso tra loro, un disegno criminoso teso a truffare lo Stato mediante una fitta rete di false assunzioni lavorative che avevano l'unico scopo di garantire a cinesi nullafacenti la possibilità di rinnovare il permesso di soggiorno. Il titolare adesso dimorante nel bergamasco è stato anche denunciato per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. I 55 denunciati sono solo la punta di un iceberg scoperto dai militari della Finanza. Dopo aver recuperato tutta la documentazione hanno infatti appreso che alle dipendenze di J.Q. avrebbero operato 237 finti operai che di fatto non sono rimasti neppure un minuto davanti alla macchina da cucire.
L'AVVIO
Tutta l'attività investigativa, coordinata dalla Procura di Padova, è partita due anni fa a seguito di un banale controllo fiscale. Ebbene è emerso che l'imprenditore non aveva effettuato la dichiarazione dei redditi risultando di fatto un evasore totale. A fronte di questa posizione sono tuttavia apparsi anomali altri elementi raccolti secondo cui tra il 2016 e il 2017 il responsabile aveva dichiarato una perdita d'impresa di quasi 5 milioni di euro. Nello specifico la perdita nel 2016 era pari a un milione 492mila euro e nel 2017 di 3 milioni 325mila euro. Perdita che veniva giustificata dalla presenza di centinaia di buste paga fatte ai presunti 237 operai dichiarati. Una parte di questi finti operai, appunto 55 sono stati sentiti a sommarie informazioni e dopo qualche titubanza hanno avrebbero fatto le prime ammissioni sul sodalizio che si era creato per ottenere il permesso di soggiorno facilmente. L'indagine della Finanza assume un rilievo ancora più importante dato che l'Inps, con la quale i militari hanno collaborato per tutto il corso dell'attività, è riuscita a disconoscere 237 posizioni assicurative fittizie, cui corrispondono contributi dichiarati e non versati per circa 1.400.000,00 euro. Si procederà ora all'annullamento delle varie posizioni con un importante risparmio per mancata erogazione futura di prestazioni assistenziali e pensionistiche. Le indagini della Finanza potrebbero non essere finite qui. C'è infatti ancora da capire quali vantaggi economici riuscisse ad assicurarsi l'imprenditore a fronte dei favori che riusciva a garantire ai suoi connazionali finti operai.
Cesare Arcolini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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