Eddy, il robottino traduttore in corsia Così si parla con i pazienti stranieri

Giovedì 15 Agosto 2019
Eddy, il robottino traduttore in corsia Così si parla con i pazienti stranieri
SANITÀ
VENEZIA Si chiama Eddy ed è un robottino nato per far dialogare i piccoli pazienti di pediatria e i loro genitori con medici ed infermieri. La sua peculiarità è quella di parlare più lingue e il suo scopo è proprio quello di abbattere le barriere linguistiche per gli ospiti stranieri che frequentano le spiagge. Tre le lingue su cui è impostato: tedesco, inglese e spagnolo. Quelle più frequentemente usate dai turisti in vacanza lungo l'Adriatico.
Proprio per questo Eddy il traduttore a sperimentarlo sono gli ospedali di San Donà di Piave e Portogruaro lungo la costa veneziana.
L'AIUTO
Eddy si muove tra le stanze grazie a un sistema di ruote autobilancianti mentre il suo corpo è un asta che regge uno schermo-tablet, con una pulsantiera digitale che consente di scegliere la lingua. Premendo il tasto compare, in collegamento, un interprete che da remoto può vedere il reparto (mediante webcam) e che quindi fa da interprete tra i piccoli pazienti, i loro genitori, i medici e gli infermieri a seconda delle esigenze del momento. Il tutto agevolando i più piccoli grazie alla curiosità che Eddy inevitabilmente suscita, rendendo nel contempo meno gravosa l'esperienza ospedaliera.
IL SISTEMA
Il progetto Eddy Walker è stato attivato in via sperimentale dall'Ulss4, in orario diurno, nell'ambito del progetto Vacanze in Salute per far fronte al bisogno di mediazione linguistica nel periodo in cui c'è il maggiore afflusso di piccoli pazienti di lingua straniera in arrivo dalle località balneari.
Di notte e la domenica il personale della pediatria può avvalersi di un servizio di interpretariato telefonico in 25 lingue oppure di un assistente amministrativo interprete tra i 20 reclutati per l'estate.
I PIÙ PICCOLI
«Tutti i bambini lo accolgono con un pizzico di stupore e con un grande sorriso - spiega il direttore del dipartimento materno infantile, Pier Giuseppe Flora - Il fatto di poter interagire con una persona, seppure da remoto ma realmente visibile tramite tablet, crea subito un'empatia e semplifica la comunicazione con i bambini e i loro genitori, facilita il nostro lavoro soprattutto nei casi di malattia complessa e la modalità-robottino è sicuramente piacevole per il bambino che sta vivendo una situazione di sofferenza».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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