E l'ex pr ritrova il suo primo datore di lavoro: «Che anni...»

Martedì 31 Dicembre 2019
E l'ex pr ritrova il suo primo datore di lavoro: «Che anni...»
IL SIPARIETTO
SPRESIANO (TREVISO) Quando l'Odissea si chiamava Kolossal, a Ponte della Priula furoreggiava il Garden, a Gaiarine brillava il Diamantik e a Godega di Sant'Urbano spopolava il Manhattan. Toponimi di una geografia del divertimento trevigiano che, rispetto agli anni 80 e 90, è profondamente cambiata. Per il governatore Luca Zaia, che all'epoca era un pr delle discoteche, il lancio della campagna sulla sicurezza stradale è stato così un tuffo nel proprio passato professionale: a cominciare dall'incontro con Renzo Venerandi, segretario provinciale del Silb, suo primo datore di lavoro.
A QUEI TEMPI
«Ma mica lavoravo, io mi divertivo...», ha tentato di minimizzare Zaia. «Per quanti anni? Boh, alcuni...», ha provato a tenergli il gioco Venerandi. Il leghista, classe 1968, dopo il diploma alla Scuola Enologica di Conegliano, si era iscritto a Scienze della produzione animale all'Università di Udine. Studente di giorno, lavoratore di notte. «Noi ha ricordato il presidente della Regione eravamo un popolo di ragazzi che, grazie a Renzo, alla famiglia Venerandi e ai loro locali, sono riusciti a laurearsi, a mettere su famiglia, a pagare gli alimenti nel caso dei padri separati che si ritrovavano a dover lavora anche la sera. Il mondo delle discoteche è stato un grande ammortizzatore sociale per la mia generazione. Del resto una volta, chi aveva voglia di lavorare, lavorava».
Non come adesso, lascia intendere Zaia, epoca in cui del resto il dancefloor ha lasciato il posto all'apericena. «Ai nostri tempi andavamo a ballare alla domenica pomeriggio, altro che ore piccole...», ridono un paio di signore che assistono al siparietto Zaia-Venerandi.
NIENTE DISCHI
«Il mio regno era il Manhattan, al Diamantik ho fatto poco, solo una stagione», rammenta il governatore. «Ma non hai cominciato al Garden, quando sei venuto a darmi una mano, perché l'avevo appena aperto?», gli chiede il gestore. Sono passati decenni, i ricordi si confondono. Tuttavia su un punto Zaia è categorico: «Anche se a Roma sono convinti che io abbia fatto il deejay, non ho mai messo su i dischi, così come non ho mai fatto né il ballerino né il buttafuori. Facevo il capo pr di tanti piccoli pr, oggi si direbbe: multi level marketing. Se fossi nato nell'epoca dei social, avrei avuto un esercito...». Annuisce Venerandi: «Luca aveva parecchi altri ragazzi sotto di lui, ma sono passati così tanti anni da allora che non saprei più dire quanti».
Però erano anche tempi bui per la sicurezza stradale: il Sistema statistico regionale ha contabilizzato in Veneto 718 morti nel 1991, altri 847 nel 1992, ulteriori 709 nel 1993. Lo sguardo torna dunque alle due auto accartocciate davanti all'Odissea: qui Zaia non ha mai lavorato, ma qui un quarto di secolo dopo è arrivato da politico con Venerandi, per rilanciare una campagna ritornata prepotentemente (e drammaticamente) d'attualità.
A.Pe.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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