«È colpa di mancati incassi e amministratori ostili»

Domenica 18 Novembre 2018
VENEZIA Ci sono i mancati introiti riguardanti Mose ed Expo dietro la richiesta di concordato in continuità aziendale presentata dalla Costruzioni Ing. E.Mantovani. A confermarlo è la stessa società, attraverso una nota in cui sottolinea «la necessità di garantire il rispetto dei diritti dei creditori ed uno svolgimento ordinato ed efficiente della composizione della crisi aziendale». L'organo amministrativo cita
«l'acuirsi della situazione di tensione finanziaria causato dai mancati incassi degli ingenti crediti che la società vanta nei confronti dei committenti Consorzio Venezia Nuova e Expo 2015, unito a comportamenti da parte degli Amministratori Straordinari del Consorzio Venezia Nuova divenuti sempre più ostili e conflittuali nei confronti dei maggiori consorziati, in primis la Mantovani». L'accusa è dura:
«Tali circostanze, che perdurano oramai da alcuni anni, hanno finito per pregiudicare la continuità societaria delle imprese socie del Consorzio e, fatto ancor più grave, hanno determinato la sostanziale interruzione dei lavori e messo a rischio il regolare completamento dell'opera». L'azienda assicura di voler «proteggere il percorso da tempo avviato, finalizzato al raggiungimento di un accordo di ristrutturazione del debito», motivo per cui da agosto il ramo relativo all'attività di costruzione è stato affittato dalla Coge Costruzioni Generali. «Il piano dell'azienda conclude il comunicato prevede un programma di valorizzazione in continuità aziendale di progetti di sviluppo infrastrutturale, in parallelo al realizzo dei crediti pregressi e la dismissione di importanti attivi, immobiliari e di partecipazioni».
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