De Poli, l'uomo che ha cambiato Treviso

Giovedì 23 Luglio 2020
IL LUTTO
TREVISO Se n'è andato in silenzio, quando ormai era notte fonda, assistito solo da infermieri e familiari. Dino De Poli, 90 anni e per 26 presidente della Fondazione Cassamarca, si è spento martedì notte in una stanza della casa di riposo Menegazzi dove era ospitato da qualche giorno. Uno degli uomini più potenti e influenti di Treviso e del Veneto ha tolto il disturbo praticamente senza che nessuno se ne accorgesse. Da quando nel dicembre 2018 ha lasciato la Fondazione, di cui era stato per oltre due decenni il dominus incontrasto e incontrastabile, era totalmente uscito di scena. Nessuno l'aveva più visto, sentito. Nemmeno in Fondazione. Si vociferava che le condizioni di salute fossero peggiorate, ma erano solo voci. Poi il fulmine al ciel sereno: «Dino De Poli è morto». Fondazione Cassamarca con De Poli ha vissuto due stagioni molto diverse. La prima arrembante, di gestione granda con le mostre dal respiro internazionale, i grandi recuperi, gli investimenti immobiliari e gli amministratori di ogni livello in fila a Ca' Spineda per chiedere un contributo, i corsi di laurea finanziati in tutto il mondo per difendere la cultura italiana. Poi, negli ultimi dieci anni, l'epoca delle vacche magre, dei bilanci sempre più ristretti, delle critiche come mai accaduto prima, del tirare a campare per non affondare. E infine l'uscita di scena.
LA VITA
De Poli avrebbe compiuti 91 anni il prossimo 24 agosto. Avvocato con studio in centro, ha legato la sua vita politica alla Democrazia Cristiana. Tutti, anche i più acerrimi avversari, gli hanno sempre riconosciuto una grande intelligenza unita alla capacità di vedere lontano, di pensare in grande, di non aver mai paura di seguire le sue intuizioni. È stato uno dei protagonisti dei giovani Dc tra gli anni 50' e 60', grande amico di Umberto Eco, con cui ha più volte condiviso idee e stanza d'albergo in occasione dei grandi congressi democristiani. A Treviso è stato il punto di riferimento della corrente della sinistra Dc definita la Base: non una delle più influenti, ma capace di selezionare elementi di valore. Nel 1968 è stato eletto alla Camera per il suo unico mandato da parlamentare. Rientrato a Treviso ha guidato l'Ente per la Carta e la Cellulosa fino al suo scioglimento. Nel 1987 la svolta con la nomina a presidente della Cassa di Risparmio della Marca Trevigiana, la Cassamarca. Nel 1992 diventa presidente della Fondazione bancaria Cassamarca e mette a segno il colpo grosso: il passaggio in Unicredit portando a casa una pioggia di miliardi di lire oltre a 40-50 miliardi di dividendi all'anno. Una montagna di soldi.
LE OPERE
Inizia così l'epoca d'oro della Fondazione, con De Poli nel ruolo di padre ma anche di padrone. Di regista assoluto di ogni scelta. In particolare della trasformazione della città di Treviso, su cui riversa un fiume di denaro. La sua ascesa coincide con l'elezione a sindaco di Giancarlo Gentilini, nel 1994. Parte l'era dei grandi recuperi, su tutti il teatro Comunale sull'orlo del fallimento e in pieno degrado; poi l'arrivo dell'università a Treviso col recupero di un intero quartiere, il San Leonardo, ben presto divenuto il fiore all'occhiello della città. Ma l'aiuto di Fondazione arriva in ogni singolo comune trevigiano. E poi le cattedre universitarie all'estero, il sostegno allo studio dell'Umanesimo Latino. Agli inizi degli anni Duemila De Poli, che guardava sempre più lontano, avvia la realizzazione della cittadella delle Istituzioni all'Appiani: investimento da 250 milioni di euro e progetto affidato all'archistar Mario Botta. È l'inizio della fine. Il progetto faraonico unito alla micidiale crisi finanziaria/immobiliare di quegli anni mette Fondazione al tappeto.
I COMMENTI
La scomparsa di un personaggio simile ha scosso anche la solitamente imperturbabile Treviso. «L'avvocato De Poli ha scritto pagine importanti della storia di Treviso - ricorda il sindaco Mario Conte - una vera e propria colonna per quanto ha fatto in ambito culturale, universitario e nella riqualificazione di aree strategiche, del centro e dei quartieri, della Città di Treviso. Dino De Poli è stato un grande personaggio, del quale ricordiamo anche l'impegno politico e le sue battaglie». Luigi Garofalo, avvocato, che ne ha preso il testimone alla guida della Fondazione: «De Poli è stato un uomo di raffinatissima intelligenza. Un precursore, capace di scelte che hanno cambiato in meglio la città». E infine Massimo Malvestio, avvocato e manager, prima uomo prediletto poi acerrimo critico di De Poli e della sua politica a suo dire dispendiosa: «Non sono un ragazzo del coro - si limita a dire - e penso che De Poli apprezzerebbe molto questa coerenza. Comunque mi dispiace e pregherò per lui».
Paolo Calia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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