Dalle giacche alle mascherine azienda converte e raddoppia

Domenica 9 Agosto 2020
IL CASO
VENEZIA Dall'alta moda alle mascherine, da giacche e cappotti ai Dpi, i dispositivi di protezione individuale, per venire incontro alle esigenze nazionali richieste dall'emergenza Coronavirus.
Una riconversione dettata a maggio dall'improvviso balzo delle richieste per la pandemia e che ora lo stabilimento Chiros di Fossalta di Portogruaro (Venezia) raddoppia con una ulteriore linea di produzione che sarà inaugurata domani, alla presenza dell'amministratore delegato di Invitalia e commissario straordinario per l'emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, del presidente di Invitalia, Andrea Viero, e dell'amministratore delegato di Ima Bologna, Alberto Vacchi, l'azienda che fornisce i nuovi macchinari.
L'INIZIATIVA
L'inizio della riconversione della Chiros è a metà del mese di maggio: in uno spazio dedicato e sterile creato in azienda, è stata installata una macchina proveniente dall'estremo Oriente, capace di produrre 3 milioni di mascherine Ffp2 al mese.
L'iter autorizzativo è stato seguito da Confindustria Alto Adriatico, tramite la Savio Macchine tessili di Pordenone, che ha una sede cinese. Ora la nuova ulteriore linea produttiva è invece tutta made in Italy ed è stata fornita dalla Ima Group di Bologna, specializzata in piattaforme chiavi in mano. La produzione a Fossalta potrebbe più che raddoppiare e raggiungere i 7-8 milioni di pezzi al mese, con la possibilità addirittura di toccare quota 12.
La Chiros fa parte di quella filiera che rientra nelle competenze del commissario per l'emergenza Covid-19 per incrementare la produzione italiana di dispositivi di protezione e contribuire all'autosufficienza del Paese nelle prossime fasi di convivenza con il coronavirus. Mascherine che sono in distribuzione anche in farmacia, al costo indicato dal commissario di 50 centesimi alla vendita, costo raggiungibile solo grazie all'automazione spinta del processo garantita dai macchinari come quelli in dotazione a Chiros.
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