Conte: «Personale e tagli, Anci apre ai Comuni veneti»

Venerdì 17 Gennaio 2020
LA MOBILITAZIONE
VENEZIA Superamento del turnover e correzione dei criteri di riparto del Fondo di solidarietà comunale. Mario Conte, numero uno di Anci Veneto, è tornato ieri dalla Conferenza delle associazioni regionali e dal Consiglio nazionale, che si sono tenuti a Roma, con una buona impressione rispetto alla mobilitazione contro i tagli: «Si tratta di partite fondamentali per i nostri territori, su cui abbiamo riscontrato uno spirito costruttivo e la volontà di collaborare per trovare una soluzione da parte del presidente Antonio Decaro, che ringrazio». Al punto da averlo pubblicamente invitato a visitare le colline del Prosecco, patrimonio Unesco, «per vedere che i sindaci veneti non sono brontoloni, ma virtuosi».
LA STRATEGIA
Il leghista Conte era ben consapevole di aver alzato parecchio i toni nelle scorse settimane, indirizzando la sua protesta più contro l'Anci nazionale che nei confronti del Governo. Così nel cambio di strategia comunicativa è entrata anche la battuta su Conegliano-Valdobbiadene, in aggiunta all'asse con il sottosegretario dem Achille Variati e con quella parte di amministratori del Sud, come i pugliesi, che paga lo stesso scotto dei colleghi veneti. Alla fine pare che pure i primi cittadini del Pd, inizialmente scettici rispetto alla linea intrapresa dal sindaco di Treviso, siano rimasti colpiti per l'apertura mostrata da Decaro.
IL TURNOVER
Innanzi tutto sul turnover. Il decreto del Governo fissa le soglie di spesa del personale in rapporto alla media degli accertamenti di competenza riferiti alle entrate correnti relative agli ultimi tre rendiconti approvati. Secondo Anci Veneto, però, questo parametro non tiene conto di realtà, com'è appunto quella veneta, in cui la gestione dei rifiuti urbani e il servizio idrico integrato già da anni avvengono in forma associata, attraverso gli ambiti ottimali, che si occupano anche della riscossione delle relative tariffe. Di conseguenza nei bilanci di questi Comuni non figurano la Tari e le spese del servizio di igiene urbana, determinando un rapporto iniquo per la determinazione del limite di esborso. «La soluzione ha riferito Conte è vicinissima. Il criterio del decreto che ad oggi penalizza il Veneto, perché non permette ai sindaci di assumere ma in alcuni casi li costringe a licenziare, dovrebbe essere superato. Si tratta di un risultato importante perché quello del personale è uno snodo strategico per avere amministrazioni più efficienti e dare servizi migliori».
I TRASFERIMENTI
Inoltre sarebbero in arrivo buone notizie pure in merito al Fondo, la cui ripartizione al momento toglie quasi 7,8 milioni ai municipi veneti. «Abbiamo trovato disponibilità da parte di Anci nazionale aggiunge l'esponente della Lega a trovare una soluzione al taglio mascherato subìto dai Comuni della nostra regione. Questo dovrebbe avvenire attraverso una distribuzione equa del 100 milioni stanziati dal decreto 66 (il recupero della spending review, ndr.), che tenga conto delle esigenze e delle specificità del Veneto. Le risorse che incrementano il fondo devono andare ai sindaci del Veneto che sono state pesantemente danneggiati e che si trovano costretti a tagliare servizi ai cittadini come lo scuolabus e le mense».
A.Pe.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci