Cariverona contro Save «Catullo, no ai suoi piani»

Venerdì 19 Aprile 2019
Cariverona contro Save «Catullo, no ai suoi piani»
CREDITO
VERONA «Soddisfazione» per i dati del bilancio, ma «preoccupazione» per l'andamento economico del Paese e soprattutto per il blocco da parte grandi progetti come il Piano nazionale Trasporti «che porterebbe 300 milioni investimenti e opere». Un piano che a Verona riguarda prima di tutto l'Aeroporto Catullo dove Fondazione Cariverona non nasconde di «non condividere i piani del socio di maggioranza Save» e di essere pronta anche «a schierarsi con i soci istituzionali veronesi e del territorio» mettendo in minoranza Save e riprendendo in mano la gestione del Catullo.
Il bilancio di Cariverona approvato dal cda con voto unanime, si è chiuso con un avanzo di 20,76 milioni (+18%) con il patrimonio netto a 1.725 miliardi. Migliorato anche il risultato della gestione finanziaria che ha dato 29,75 milioni (+16%). Questo ha permesso di sostenere 356 progetti sul territorio per 51,9 milioni, con le erogazioni liquidate pari a 61,3 milioni. «Avevamo fatto un piano triennale che prevede l'erogazione di 40 milioni l'anno - ha esordito il presidente Alessandro Mazzucco - ed invece siamo riusciti a rendere disponibili 50-56 milioni l'anno».
PIANO IMMOBILIARE
«Il nostro patrimonio è produttivo in realtà per il 40%. Due componenti storiche pesano negativamente. La prima è la partecipazione pari all'1,8% in Unicredit che al 31 dicembre 2018, pesava per circa il 26% degli attivi finanziari. Il prezzo del titolo nel 2018 è sceso del 35% - ha sottolineano Mazzucco -. Da inizio anno vi è stato un sensibile recupero e Unicredit ha registrato il miglior risultato dal 2008 con un dividendo pari a 0,27 euro per azione, vale a dire che l'incasso per Cariverona sará di 10,82 milioni. L'altra componente pesante è il patrimonio immobiliare dove abbiamo in corso un piano molto articolato di messa a reddito».
Mazzucco poi ha parlato dell'aeroporto Catullo. Cariverona ha il 2,86% del capitale (Aerogest dove ci sono i soci istituzionali veronesi conta per il 47%, Save per il 41,2%, la Provincia di Bolzano per il 3,5%). «Non esiste un Sistema di aeroporti del Nord Est e comunque non è il modello che può essere utile a questo territorio. Ed è chiaro che in caso di scelte in assemblea dei soci su Save, noi siamo fortemente ancorati a Verona. Ma sia chiaro, il problema non è Save o non Save, il tema è che il Catullo non può essere svuotato di collegamenti con Europa. Verona è e resta il polo logistico vitale di collegamento tra l'Italia e l'Europa».
In serata la replica del presidente di Save Enrico Marchi: «Sono completamente d'accordo con il presidente Mazzucco, infatti nelle gestioni veronesi precedenti a Save il Catullo si era letteralmente svuotato di voli, tanto che nel 2015, primo anno di gestione di Save, si era arrivati a 2,6 milioni di passeggeri. Grazie al lavoro fatto da Save, da allora i passeggeri sono cresciuti a 3,5 milioni nel 2018. Oggi sono circa 50 i vettori operativi sullo scalo per oltre 90 destinazioni domestiche e internazionali. Solo nel 2018, Aeroflot ha introdotto un nuovo collegamento di linea giornaliero tra Verona e Mosca, Volotea ha incrementato il suo network con cinque nuove destinazioni, Jet2.com ha inserito due nuove rotte per il Regno Unito. Col Regno Unito, sono attualmente dieci le destinazioni servite rispetto alle cinque del 2015. Anche sul lungo raggio è stato fatto un grande lavoro insieme a Neos ed oggi sono otto le destinazioni collegate. Da Mazzucco, quindi, anziché dire il problema non è Save o non Save, mi sarei aspettato un complimenti a Save per avere raggiunto questi risultati».
M.R.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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