Belluno, l'ex sede di Banca d'Italia diventa negozio di abbigliamento

Sabato 31 Agosto 2019
IL RIUSO
BELLUNO A Belluno un palazzo settecentesco, già sede della Banca d'Italia, diventerà un concept store di abbigliamento e calzature. Mantenendo, peraltro, le sue peculiarità storiche. Dalla doppia scalinata in marmo con balaustra in ottone, al caveau, alle verdi porte blindate, alle targhette. Unico esempio nel Veneto, unico probabilmente in Italia. Un'operazione che porta la firma dei proprietari dell'immobile: Roberto Chemello - in prima linea nell'ascesa di Leonardo Del Vecchio, entrato in Luxottica nel 1979 e uscito nel 2008 da amministratore delegato e Claudio Francavilla, imprenditore agordino, figlio di quel Luigi Francavilla che è tuttora vice presidente di Luxottica Group. Sono loro i due soci al 50% della C&F Project, società che ha acquisito due anni fa palazzo Navasa-Colle, in piazza dei Martiri, pieno centro città. Ora hanno ceduto in affitto 1500 metri quadrati al Gruppo Stimm dei fratelli trevigiani di Pieve di Soligo, Denis e Roni Casagrande, da 15 anni alla guida del gruppo che vende pure on line. Imprenditori di seconda generazione che puntano ad un' espansione dell'azienda che vende on line e che possiede già otto store tra la provincia di Treviso (per lo più) e Pordenone.
LA STORIA
Dal rischio degrado, peraltro a ridosso della piazza del capoluogo, alle vetrine illuminate. L'attesa sta per finire. Dopo dieci anni dalla chiusura del portoncino in legno chiaro, la Banca d'Italia avrà un'altra storia: apertura prevista tra un anno con la collezione Stimm autunno-inverno 2020. L'immobile, esattamente l'8 maggio 2009, aveva patito la sorte di altre sedi di filiali della Banca d'Italia: ben 33 in Italia a seguire lo stesso iter di riforma: quello che ne portava alla inevitabile chiusura. Tanto che i documenti imballati a Belluno hanno preso la via di Venezia. Così come alcune suppellettili, non vincolate dalla Soprintendenza, sono state portate nella sede centrale di Roma. Da allora il silenzio lungo le scale, agli sportelli, negli uffici. Dopo 116 anni. Il palazzo, infatti, dal 1893 aveva convissuto con le vicende economiche ed imprenditoriali della provincia.
GLI INTERNI
L'arredo punterà su una forte identità, con cambio d'uso dei materiali recuperati nei mercatini: un tavolo che diventa scaffale, un porta che diventa tavolo. Più attrezzatura di parchi pubblici anni Cinquanta. Un concetto che non vale solo a livello estetico, come sostenuto da Claudio Francavilla: «La seconda vita che viene offerta a questi elementi d'arredo fa coppia con la seconda vita che viene data ora al palazzo Navasa Colle». La storia non va buttata, insomma. Anzi. Per Chemello è fondamentale: «Vogliamo conservare l'evidenza della destinazione storica». Anche la scelta di Stimm non è casuale. Ci sono idee in comune a fare da piedistallo. Chemello e Francavilla hanno apprezzato lo stile: «Il Gruppo Stimm è entrato in punta di piedi, con rispetto».
Daniela De Donà
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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