Autonomia, il Veneto aspetta ancora

Lunedì 22 Ottobre 2018
L'ANNIVERSARIO
VENEZIA Diluviava, il 22 ottobre 2017. Era un tempo da lupi, eppure 2 milioni e 400mila veneti andarono a votare al referendum sull'autonomia. Affluenza del 57,2 per cento. Fuori dai seggi, alle domande dei cronisti, gli elettori rispondevano così: Vogliamo dare un segnale forte, far vedere che siamo tanti e che siano stanchi, Era importante venire a votare, speriamo in un cambiamento, Spero che l'autonomia ci faccia tornare come negli anni 80, quando c'era il boom. Votarono artigiani e commercianti: Sono stanco di pagare il 50% di tasse e non ricevere servizi dallo Stato. E dipendenti pubblici: Noi statali non siamo scansafatiche, a Roma arrivi anche questo messaggio. Il sì all'autonomia del Veneto raggiunse risultati plebiscitari: 98,1%. Un anno dopo, oggi, rabbia e delusione. Perché nonostante una proposta di legge statale approvata dal consiglio regionale del Veneto il 15 novembre 2017, nonostante una pre-intesa con l'allora governo Gentiloni firmata dal sottosegretario Gianclaudio Bressa e dal governatore Luca Zaia il 28 febbraio 2018, nonostante gli incontri con il nuovo ministro Erika Stefani, è tutto fermo. L'intesa è pronta, ma il consiglio dei ministri non la approva. Quello che dovrebbe firmarla è un governo amico, ma se da un lato la Lega chiede di accelerare, dall'altro il Movimento 5 Stelle frena. Che siano boicottaggi come sostengono i leghisti o necessità di approfondimenti come spiegano i pentastellati, il risultato è che un anno dopo il referendum l'autonomia non c'è.
L'INCONTRO
Questa mattina a Palazzo Balbi, con diretta Facebook dalle 11.30, il presidente Zaia e il ministro Stefani faranno «il punto della trattativa per giungere alla sigla dell'Intesa tra Governo e Regione». Sono stati invitati tutti i consiglieri e gli assessori regionali, ci sarà l'intera delegazione trattante con il professor Mario Bertolissi a spiegare il lavoro fin qui svolto. Ma il dato di fatto è che, un anno dopo il referendum, «la madre di tutte le battaglie» non è stata ancora vinta. Stefano Fracasso, capogruppo del Pd in consiglio regionale del Veneto, all'epoca sostenitore del sì, è convinto che IL risultato arriverà: «Ma sarà un'autonomia molto simile a quella che proponevamo noi e molto distante da quella del libretto con le 100 domande e le 100 risposte di Zaia. Il governatore avrebbe dovuto proseguire con la pre-intesa di Gentiloni e Bressa, quella sulle 5 materie anziché 23, invece ha voluto ripartire da zero. Il risultato è che ci sono tanti dubbi e poche certezze. Ma una certezza c'è: ciao ciao residuo fiscale. I 16 miliardi che secondo Zaia dovevamo restare in Veneto serviranno per pagare il reddito di cittadinanza e Quota 100».
GLI INDIPENDENTISTI
Il fronte indipendentista è scettico. Dice Antonio Guadagnini, consigliere regionale di Siamo Veneto che fa parte della maggioranza di Zaia: «Tutti i tentativi di avere l'autonomia sono finora abortiti. Ma il problema non è il M5s, il problema è che c'è una struttura amministrativa romano-centrica che non ci consentirà di andare avanti. Io spero di sbagliarmi, ma i dati li possiamo mettere in fila a partire dal fatto che doveva esserci una legge delega e invece sarà una legge rafforzata. E intanto penso che l'unico decreto in materia di federalismo fiscale approvato dal Governo Berlusconi nel 2010 è stato quello di Roma Capitale con i suoi 500 milioni di euro». Ma arriverà l'autonomia? «I margini ci sono ancora, ma se dovesse saltare, mentre Zaia dice che riempirà le piazze, io chiederò l'immediata calendarizzazione in aula del mio progetto di legge per indire un referendum sull'indipendenza. Garantito al limone».
Roberto Agirmo, di Indipendenza Noi Veneto, sfida il governatore: «Zaia ha detto che se non ci danno l'autonomia è pronto a riempire le pizze. Se lo dice seriamente allora deve prendere le distanze dalla Lega che fa genuflettere le regioni del Nord ai voleri del M5s, un movimento palesemente veterocomunista che fa dell'assistenzialismo la sua bandiera. Se invece quella di Zaia è strategia, allora dovrà prepararsi alle conseguenze». Quali? «Organizzeremo un bel Vaffa-Day tanto caro ai suoi alleati di governo».
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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