AMBIENTE
VENEZIA Nei rifiuti solidi urbani, il Veneto è la più riciclona

Sabato 7 Dicembre 2019
AMBIENTE
VENEZIA Nei rifiuti solidi urbani, il Veneto è la più riciclona delle regioni. «Ma a causa di quelli speciali, insieme al resto del Nord rischiamo di diventare la pattumiera d'Italia»: a lanciare l'allarme è stato ieri l'assessore zaiano Gianpaolo Bottacin, al termine della giornata conclusiva dell'Ecoforum di Legambiente che si è tenuta a Treviso. Sotto accusa è la libera circolazione sul territorio nazionale degli scarti provenienti dalle attività produttive, a cui aveva cercato di porre un tetto una legge regionale che è stata bocciata dalla Corte Costituzionale, «con il risultato che adesso ci ritroviamo 400.000 tonnellate di troppo e un rincaro dello smaltimento anche per la nostra spazzatura domestica».
GLI OBIETTIVI
Bottacin basa la sua riflessione sull'analisi del Piano rifiuti del 2015, che fissava per il 2020 il raggiungimento di alcuni obiettivi numerici per i rifiuti prodotti, per quelli differenziati, per i residui destinati alla discarica e per quelli indirizzati ai termovalorizzatori. «Siamo allineati riferisce l'assessore regionale all'Ambiente a tutte le previsioni, o quasi: c'è un dato che sballa di brutto, quello dei rifiuti speciali. Mentre per i rifiuti solidi urbani la legge dice che ogni Regione deve pianificare l'autosufficienza e il Veneto dimostra di saperlo fare, per gli speciali è prevista la libera circolazione in tutta Italia. Così noi stiamo subendo l'arrivo di centinaia di migliaia di tonnellate di scarti da fuori regione, che negli anni scorsi andavano per esempio in Germania, ma che ora non vengono più accolti all'estero e allora finiscono nelle nostre discariche».
I SITI
L'anagrafe veneta conta 10 siti per lo stoccaggio dei rifiuti urbani indifferenziati e pure degli speciali, più altri 25 per gli inerti e ulteriori 27 per i non pericolosi, dunque un totale di 62 strutture in cui quattro anni fa era stata pianificata la presenza massima di 250.000 tonnellate. «Invece attualmente ce ne sono 650.000 afferma Bottacin per colpa di conferimenti che sono a tutti gli effetti incontrollabili. Basta una minima lavorazione, anche con modalità di per sé lecite, per trasformare un rifiuto da urbano a speciale. A quel punto la normativa non prevede più nessun limite e i prezzi si alzano pure per l'immondizia locale: siccome le discariche sono sempre più sature, evidentemente i gestori danno la priorità a chi offre di più. Per questo fra 2017 e 2018 le tariffe in Veneto sono salite da 136 a 143 euro per abitante. Benché la media sia al Nord di 154 e in Italia di 175, la tendenza all'aumento anche da noi è evidente».
Per questo la Regione torna a sollecitare una regolamentazione del traffico da parte dello Stato. «Chiediamo dice il leghista che ogni regione possa ricevere da fuori un quantitativo non superiore al 15% della capacità di smaltimento dei propri impianti. Ci avevamo provato con una legge regionale, che però ci è stata impugnata dal governo Renzi. Ma noi continuiamo a pensare che limitare il flusso consenta di abbassare i costi per i nostri cittadini, responsabilizzare i territori che non sono dotati di impianti e frenare le attività della malavita».
GLI ILLECITI
Degli ecoreati si è parlato anche all'iniziativa di Legambiente, il cui rapporto Ecomafia 2019 elenca in Veneto nello scorso anno 240 infrazioni accertate per traffico illecito di rifiuti (per oltre un quarto nella città di Treviso), 273 denunce, 2 arresti e 90 sequestri. «Abbiamo un sistema di controlli garantito da Arpav ha rimarcato Bottacin che non ha eguali in Italia. Inoltre abbiamo attivato convenzioni con i Carabinieri Forestali e dei Noe, nonché un tavolo tecnico per contrastare i roghi dei rifiuti e gli illeciti ambientali. Iniziative che non hanno fatto piacere a qualcuno, viste le minacce di morte che ho ricevuto. Ma vuol dire che siamo sulla strada giusta, quindi avanti così».
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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