Alla fine è un ritorno a casa. E alla città quindi non può che far

Martedì 28 Gennaio 2020
Alla fine è un ritorno a casa. E alla città quindi non può che far piacere, anche se lasciata ormai parecchi anni fa, appena finiti gli studi classici al Marco Polo. Roberto Cicutto, neo presidente della Biennale al posto di Paolo Baratta, è veneziano, rimasto comunque legato al territorio in questi decenni di esperienza romana, dove da giovane aveva già intrapreso una carriera cinematografica importante.
Nato nel 1948, quindi non più giovanissimo nemmeno lui, ma comunque all'apparenza più spigliato del suo predecessore, curioso e affabile, a 30 anni fonda la casa di produzione Aura Film, con la quale raggiunge nel 1988 la prestigiosa conquista del Leone d'oro con il film di Ermanno Olmi La leggenda del santo bevitore.
Sempre vivace e pronto a prendere nuove iniziative, nel 1984 fonda la casa produzione e distribuzione Mikado, consolidando quindi una presenza nel cinema d'autore: tra i maggiori successi dell'epoca Lezioni di piano di Jane Campion, Lanterne rosse con il quale fa conoscere il cinese Zhang Yimou in Italia, Lisbon story di Wim Wenders, Lost in translation di Sofia Coppola, insomma un pedigree tutt'altro che trascurabile e che dà un'idea chiara dei suoi gusti cinefili.
Successivamente fonda assieme a Nanni Moretti la Sacher Distribuzione, che diverrà un punto cruciale per il cinema italiano con i film del regista romano, e partecipa con Ermanno Olmi nella società Cinemaundici. Lavora successivamente anche al Centro Sperimentale di Cinematografia, per arrivare, forse un po' a sorpresa, alla guida dell'Istituto Luce (presidente e amministratore delegato) nel 2009, carica che ricopre fino alla chiamata del ministro Franceschini.
Indubbiamente la sua nomina si configura come dirigente chiave per il settore cinema, grazie a questa specifica professionalità storica e a una competenza significativa e appropriata, soprattutto di film d'autore e di interesse culturale. La Mostra trova quindi un dirigente capace di capire le necessità più urgenti a continuare l'attività rilevante di Paolo Baratta e il ritorno in città per assolvere la carica di presidente di una delle istituzioni culturali fondamentali per Venezia, non può che favorire il rapporto con un territorio (anche politico, sociale e culturale) che Cicutto ha continuato a seguire da distante. E forse sta anche in questo vantaggio la scelta definitiva rispetto ad altre candidature.
Adriano De Grandis
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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