AGRICOLTURA
PADOVA Ormai sono diventate un incubo quotidiano, non solo per gli

Domenica 28 Ottobre 2018
AGRICOLTURA
PADOVA Ormai sono diventate un incubo quotidiano, non solo per gli agricoltori e per i raccolti, ma anche per la vita di tutti i giorni. Perché mai come quest'anno con l'arrivo dell'autunno c'è stata una vera e propria invasione di cimici. Non solo quelle nostrane, ma anche quelle cinesi, di un verde più scuro e con caratteristiche che le fanno più resistenti tanto al freddo quanto agli insetticidi classici. Così la Regione Veneto ha deciso di percorrere un'altra strada e finanziare, in accordo con il Ministero dell'Agricoltura, la ricerca di un nemico naturale. Un parassitoide che si ciba delle uova di cimice e che presto potrebbe sbarcare in Veneto.
Il percorso ha portato già ad un risultato, individuando un altro insetto che contrasta in maniera naturale l'avanzata della cimice asiatica. Samurai Wasp, recita la carta d'identità di quello che potrebbe diventare il nuovo eroe dei campi veneti. A vederlo, si tratta di un vespone nero dalle lunghe antenne. L'aspetto non è dei più rassicuranti, ma pare funzionare. Ad annunciare che il Veneto è in prima fila in questa nuova ricerca, è l'assessore regionale all'agricoltura Giuseppe Pan. «Abbiamo visto che gli insetticidi classici sembrano non funzionare precisa Pan. Per questo abbiamo deciso di puntare forte sulla ricerca dell'attività di questo insetto che arriva dalla Cina e va a cibarsi delle uova di questa cimice. Al momento lo stiamo sperimentando all'interno dei laboratori del Crea, il centro di ricerca per gli alimenti, e se la cosa dovesse funzionare si potrebbe inserire in natura. La sperimentazione però sembra portare buoni frutti, almeno per adesso. Poi si penserà a come fare per introdurre Samurai Wasp da noi».
Unico vincolo, a quel punto, la legislazione. «Sì perché continua Pan c'è una legge che vieta l'introduzione in natura di animali non autoctoni, va studiata anche questa ma la strada è avviata». Quello che c'è da valutare è quindi l'impatto che potrebbe avere l'inserimento di un insetto che in Europa non c'è sull'intera catena alimentare. Per evitare che la soluzione di un problema diventi l'inizio di un'altra colonizzazione. Nel frattempo per combattere l'invasione di cimici asiatiche, la Regione Veneto ha sviluppato reti di protezione dei frutteti per le colture. Anche perché la stagione fredda alle porte non potrà essere granché d'aiuto, come succedeva con gli insetti nostrani. La particolarità della cimice asiatica infatti, è quella di resistere alle temperature più rigide. Basti pensare che arriva da una zona della Cina ai confini con la Mongolia, dove in inverno si arrivano a toccare i meno quaranta gradi. Temperature che i nostri inverni non vedono nemmeno lontanamente. Oltretutto l'insetto è resistente a qualsiasi tipo di pesticida in commercio in Italia al momento. Colpite dal veleno, cadono in una sorta di coma da cui si risvegliano alcune ore dopo. Senza contare la facilità riproduttiva che ha di fatto infestato la Pianura Padana e le campagne venete e padovane in particolare.
EFFETTO COLLATERALE
«La cimice asiatica è arrivata in Italia nel 2008 attraverso i commerci, i containers. Di fatto è un effetto collaterale della globalizzazione precisa l'assessore e sta diventando sempre più un problema anche a livello mondiale e crea grossi problemi all'agricoltura. Anche perché è onnivora, succhia ogni tipo di ortaggio e coltivazione, ma anche i pioppi. Dove c'è della linfa zuccherina lei la succhia iniettando poi questa saliva dal puzzo pestilenziale che trasforma in immangiabile ogni cosa. È un insetto che si riproduce per cicli triennali, quindi abbiamo piccoli di uno, due e tre anni che si possono riprodurre altrettanto velocemente. Siamo di fronte ad una vera e propria pestilenza. Per contrastare questo fenomeno, oltre alla sperimenta del Samurai Wasp abbiamo finanziato anche una ricerca all'università di Padova».
Nicola Munaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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