"Sì" a tre permessi familiari: l'uxoricida è uscito dal carcere

Giovedì 28 Luglio 2016
Dopo oltre dieci anni trascorsi dietro le sbarre Gian Luca Cappuzzo sta usufruendo dei primi scampoli di libertà. Il medico specializzando, reo confesso del delitto della moglie Elena Fioroni, uccisa con due iniezioni di un potentissimo veleno, ha ottenuto tre permessi per motivi familiari. È uscito dalla casa di reclusione del Due Palazzi per recarsi a Ponte di Brenta nell'abitazione di famiglia, ad assistere l'anziana madre, alle prese con seri problemi di salute. Accompagnato dagli agenti della polizia penitenziaria, ha potuto trattenersi assieme ai congiunti per una durata di otto ore in un paio di circostanze mentre in un'altra occasione è stato autorizzato a dormire a Ponte di Brenta. Cappuzzo è in carcere dal 9 febbraio 2006, giorno in cui gli uomini della Squadra mobile andarono ad arrestarlo a casa. Sta scontando una condanna definitiva - confermata dalla Cassazione nel febbraio 2011 - a ventisei anni di reclusione. In forza degli sconti di pena per la liberazione anticipata previsti per legge (45 giorni in meno ogni sei mesi di detenziione) Cappuzzo si trova all'incirca a metà del suo percorso carcerario. Cioè nella fase in cui in cui il detenuto può iniziare ad ottenere i primi permessi, anche nell'ottica della semilibertà. Il medico punta ad ottenere il via libera del Tribunale di Sorveglianza ad un permesso che gli consentirebbe di riprendere l'attività professionale lavorando all'esterno e rientrando in carcere la sera. Il suo legale, il penalista Giovanni Chiello, predica prudenza. È un percorso ancora da definire nei tempi e nelle modalità. I permessi familiari fin qui goduti rappresentano soltanto il primo passo di un iter lungo e complesso. Cappuzzo, oggi 45enne, ha comunque le carte in regola per strappare l'okay dei giudici. Ha sempre ottenuto attestazioni di buona condotta dal personale carcerrario, sta lavorando con profitto nella biblioteca del Due Palazzi a fianco del team di "Ristretti Orizzonti" guidato da Ornella Favero e si è lanciato pure nell'avventura di Giurisprudenza. Cappuzzo si è iscritto all'università nel tentativo di conseguire la seconda laurea e ha già sostenuto diversi esami con discreti risultati. In altre parole è quello che in gergo viene definito un detenuto modello. Non ha però ancora potuto affrontare quella che rischia di essere la prova più delicata. Ovvero riallacciare i rapporti con i due figli, in tenera età all'epoca del delitto ma oggi adolescenti. Non li ha più rivisti dal giorno del suo arresto e non sa nemmeno quando il suo desiderio potrà concretizzarsi. I due ragazzini sono affidati alla nonna materna Nicoletta Trisciuzzi che ha finora fatto sapere di essere contraria ad un percorso di riavvicinamento del padre ai due figli.

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