Seguendo l'ombra di Memi Botter

Martedì 21 Gennaio 2020
LA CELEBRAZIONE
TREVISO All'inizio di febbraio, Memi Botter riapparirà da un muro nei pressi del Museo di Santa Caterina, grazie all'ultima ombra, realizzata in rete da Mario Martinelli. Il celebre restauratore Memi Botter sarà rappresentato seduto a terra, intento nel suo lavoro. «Quest'opera è un omaggio del Comune di Treviso alla famiglia Botter che tanto ha dato alla città- spiega l'assessore alla Cultura di Treviso Lavinia Colonna Preti - in particolare vogliamo ricordare e celebrare Memi Botter nel decimo anniversario dalla morte. Il primo febbraio sono previsti una serie di eventi commemorativi che prossimamente verranno comunicati dettagliatamente, tra questi ci sarà anche l'inaugurazione dell'ombra realizzata da Martinelli».
Memi abiterà nuovamente la città amata, nel quartiere dove ha vissuto fin da bambino, dove con passione assieme al padre Mario ha lavorato salvando numerosissimi affreschi. E diventerà parte di quell'urbs picta che tanto lo ha impegnato, inserendosi tra gli antichi dipinti come una nota contemporanea, marcando un muro della città con la sua presenza e con un vivo forte ricordo di sé. Non pittura, non colore, solo una larga griglia di rete; non una decorazione ma una presenza che evoca la sua assenza, che incontra gli sguardi di chi lo ha conosciuto, lo ha ascoltato nei suoi racconti appassionati o di chi lo conosce per la sua notorietà.
GLI ALTRI PERSONAGGI
Martinelli, nel passato, ha marcato di umano altri muri di Treviso. In luoghi significativi, ci sono altre quattro ombre vive e piene di storie, che raccontano un personaggio illustre o una vicenda. Presenze che sussurrano, leggere, trasparenti, che non bendano i muri, ma si manifestano allo sguardo con discrezione. Così su un muro che si innalza dal Cagnan al ponte di Sant'Agata, appare quasi magicamente La tuffatrice, elegante raffigurazione creata da una griglia di fili metallici. L'immagine è collegata alla celebre Tempesta di Giorgione, opera che secondo alcuni venne dipinta proprio in questo luogo e che, secondo quanto rivelano indagini radiografiche effettuate sul dipinto, sotto la figura dell'uomo in abito rosso si cela una prima stesura con una donna che si immerge nell'acqua del fiume. Ripercorrendo il canale possiamo giungere ai Buranelli, dove lo scrittore Giovanni Comisso trascorse gli ultimi anni della sua vita, e qui, accompagnato dal leggero gorgoglio dell'acqua, compare l'ombra dello scrittore assieme alla bronsa l'imbarcazione che si costruì per arrivare in laguna, ma che affondò miseramente poco prima. Bepi Mazzotti, è ricordato a Palazzo Scotti, che fino al 1986 fu sede dell'Ente provinciale per il turismo di cui Mazzotti fu direttore per un quarantennio. Sulla facciata verso via Toniolo, nel 2007, centenario della nascita del grande uomo di cultura, venne posta la sua ombra. Nel 2011 fu la volta di Mario Botter, la cui ombra affiora sulla parete del Liceo Artistico, di fronte al Museo di Santa Caterina. Qui il restauratore è colto mentre svolge il suo prezioso lavoro, intento a curare qualche dipinto, elevandosi leggero su una scala. Le ombre di Martinelli popolano la città, ci fanno compagnia mentre passeggiamo per le vie, ci raccontano, ci ricordano, nascono dalle persone che sono svaporate di cui Martinelli coglie l'ombra, ritaglia quell'abito di rete intorno che, quando l'ombra svanisce, resta visibile per sempre.
Chiara Voltarel
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