«La mia Australia in fumo»

Venerdì 17 Gennaio 2020
LA TESTIMONIANZA
Un viaggio tra Brisbane, Sydney e Melbourne, a seguire i campioni del tennis. Eccomi ormai da una settimana in Australia in occasione di due competizioni internazionali di tennis: l'Atp Cup, una sorte di campionato del mondo a squadre, e l'Australian Open, lo slam che apre ogni stagione tennistica. Un viaggio lungo quasi 24 ore quest'anno, con l'incognita incendi.
TEMPESTATO DI MESSAGGI
Da quando sono arrivato sono tempestato di messaggi da casa; tutti preoccupati sul mio stato di salute. A tale proposito posso rassicurare tutti. Mai stato meglio. L'Australia sta bruciando, ma qui tutti vivono in modo apparentemente normale. A Brisbane tutto regolare come sempre, sebbene il Queensland sia zona colpita in passato da incendi. Stavolta però ha evitato catastrofi particolari. Anche se poi c'è niente meno che Novak Djokovic, il serbo numero 2 delle classifiche mondiali, che pone l'interrogativo sulla possibilità di rinviare il primo slam del 2020.
VEDERE PER CREDERE
Non riuscivo a capire questa sua presa di posizione finché non sono arrivato a Melbourne. In precedenza, a Sydney, avevo trovato solo un po' di brutto tempo. Qualche pioggia e a seguire giornate in cui la temperatura era salita addirittura fin quasi i 50 gradi. Ma nella capitale dello stato Victoria, la musica è completamente diversa. Già atterrando con l'aereo si fa fatica a vedere qualsiasi cosa. Una sorta di nebbia, che però nebbia non è. Un clima sconvolto che ti fa vedere a fatica da un albero a un altro.
SOTTO UNA CAMPANA
In città l'aria è decisamente pesante. Questo termine forse rende meglio di altri l'idea. Melbourne si trova sotto una campana di fumo, il colore del cielo è strano, a mala pena si vede il campo di cricket in uno stadio capace di contenere oltre 100 mila spettatori e che è normalmente visibile da molto distante. Ma così non è nei primi giorni del torneo di tennis. Quello riservato alle qualificazioni. Il main draw (tabellone principale) inizierà lunedì prossimo, ma intanto qui sono tanti a giocare.
IN DIFFICOLTÀ
L'italiana Cocciaretto per esempio mi conferma che si è sentita affaticata dopo il suo ultimo allenamento. Samsonova, giocatrice russa che vive però a Roma, pensa invece solo a giocare: Liudmila è in gran forma e non vuole perdere l'occasione di entrare nel tabellone principale. Ma chi invece pensa soprattutto alla propria salute? Una giocatrice si è ritirata. E Alessandro Giannessi si è lamentato a lungo durante il suo match. «Non sento più le gambe, mi gira la testa». Il giocatore ligure - è di La Spezia - ha chiesto anche l'interruzione del gioco. Poi riprenderà regolarmente senza successo.
SOLE DOVE SEI?
Sono tre giorni consecutivi che esco di casa al mattino e si vede a fatica il sole oltre la cappa di fumo. E sinceramente faccio fatica a passare da un campo all'altro per fotografare i tennisti senza sentire anch'io qualche disturbo. Si respira un po' a fatica. Forse Djokovic aveva ragione a mettere in discussione la regolarità del torneo.
MASCHERINE INTROVABILI
Mi reco così in una farmacia del centro almeno per comprare una mascherina di quelle che i cinesi usano praticamente sempre, ovunque si trovino. Ma sono tutte esaurite. Le hanno vendute tutte. Insomma qui si fa finta che sia tutto come sempre, ma così non è. «Nella zona dove vivo - mi racconta un ragazzo francese - questa mattina si sentiva odore di grigliata, ma nessuno aveva fatto un barbecue».
DISTANZA DI (IN)SICUREZZA
Gl incendi non sono prossimi alla città ma le correnti stanno portando polveri nocive alla salute anche a molta distanza. Alla televisione si dice apertamente che l'aria è malsana, ma non si sa cosa fare. Al momento si risolve tutto grazie a uno dei cambi climatici che a Melbourne sono piuttosto tipici. Da 32 gradi eccoci di colpo sotto i 20. Una pioggia incessante, accompagnata da parecchio vento, restituisce oggi la Melbourne di sempre. Così stasera ho finalmente rivisto nitidi i grattacieli che fanno da cornice ai campi di tennis.
L'ESIBIZIONE
Djokovic intanto assieme a Nadal, Federer e tanti altri campioni si è esibito ieri per beneficenza a favore proprio del Bushfire mentre oggi ha presenziato al sorteggio del main draw. Il campione serbo quindi sta pensando soltanto a difendere il titolo vinto l'anno scorso, mentre l'Australia continua a bruciare. «È un fenomeno naturale, la foresta brucia per poi rinascere»: a dirlo è Bruno, un fotografo di origine abruzzese che vive qui ormai da una vita. Sembra quasi un detto aborigeno. Mi metto un maglioncino, fa decisamente fresco, si torna a respirare volentieri grazie al meteo finalmente cambiato. Speriamo non sia un cambiamento solo momentaneo.
Roberto Dell'Olivo
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci