Monumenti naturali, tutti i problemi di Sezze e Monticchio

Mercoledì 21 Aprile 2021
Monumenti naturali, tutti i problemi di Sezze e Monticchio
IL CASO
Monumenti naturali in chiaroscuro. A distanza di cinque anni dalla loro istituzione sembrano destinati a un futuro incerto. Parliamo delle superfici calcaree con impronte di dinosauro rinvenute a Sezze nella valle del fosso Brivolco e delle sorgenti solfuree e della torre di Monticchio a Sermoneta. Istituiti entrambi con decreti del presidente della Regione Lazio, il 3 ottobre 2016, si trovano il primo ancora al palo e il secondo ad un primo giro di boa.
ICNOSITO
Il mese scorso, funzionari della Regione Lazio inviati a Sezze per la verifica dello stato dei luoghi all'interno del perimetro del monumento hanno scoperto, a pochi passi dalle impronte dei dinosauri, una discarica e il passaggio recente di mezzi meccanici che avrebbero potuto compromettere l'icnosito dichiarato di interesse paleontologico. E mentre nel comune lepino scoppiava lo scandalo del cimitero, portando alle dimissioni in blocco di sindaco e consiglieri comunali, la Regione all'esito del sopralluogo inviava in municipio una nota piccata nei confronti dell'ente gestore del monumento (il Comune di Sezze) per gli obiettivi mancati. Era tutto già scritto nel decreto istitutivo della riserva e del suo ampliamento, arrivato nel 2018, quello che il Comune avrebbe dovuto fare sin da subito. In primis adottare il regolamento, ai sensi della legge regionale in materia di aree naturali protette, per disciplinare l'esercizio delle attività consentite e promuovere e realizzare interventi educativi e di valorizzazione del monumento naturale, al fine di favorire la fruizione dei geositi da parte della cittadinanza. Ma anche attivare indagini e azioni di tutela e conservazione dei beni, nonché notificare ai proprietari, possessori o detentori a qualunque titolo e la trascrizione del vincolo nei registri immobiliari, provvedendo ove necessario al frazionamento delle particelle catastali. Insomma, un lungo elenco disatteso, sebbene l'amministrazione comunale abbia ricevuto un contributo di 100mila euro finalizzati alle necessità di tutela del patrimonio paleontologico e di realizzazione di un sistema di fruizione dell'area protetta. Risultato? Una discarica. Se ne è dovuto interessare, nei giorni scorsi, con propria ordinanza il commissario prefettizio fresco di nomina. In cinque anni nessuna attività è stata portata a termine. L'auspicio è che Raffaele Bonanno, che ora guida il Comune di Sezze, possa rimettere a posto un iter in stallo e creare sui Lepini una vetrina di giacimenti paleolitici, di testimonianze archeologiche e di aspetti naturalistici di richiamo internazionale sulle orme dei dinosauri.
SERMONETA
Qui è in fase di completamento la redazione del regolamento sulla disciplina delle attività all'interno del monumento naturale di Monticchio. Presto approderà in Consiglio comunale. L'amministrazione comunale ha notificato a tutte le proprietà interessate l'istituzione del vincolo monumentale, e tra di esse c'è una curatela fallimentare. Privata anche la torre di Monticchio, realizzata nel XII secolo dalla famiglia Caetani, su uno sperone di roccia. La dotazione contributiva della Regione Lazio è stata di 2.500 euro, precisa il sindaco di Sermoneta Giuseppina Giovannoli. «Stiamo lavorando a diverse ipotesi progettuali per rendere fruibile il polmone verde del monumento naturale - afferma -, un obiettivo che intendo concludere entro il mio mandato».
Rita Cammarone
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