Covid, ritardi e negligenze: capiamo gli errori per evitare che in futuro si possano ripetere

Sabato 8 Agosto 2020
Egregio direttore,
Michelle Obama ha detto che soffre di depressione a causa di Trump. Qui da noi il Gazzettino dà notizia che il Comitato tecnico scientifico il 28 febbraio aveva raccomando di intervenire subito per arginare la pandemia. Ma quell'allarme fu ignorato ed il virus ebbe più tempo per colpire. Allarme che avrebbe dovuto essere ascoltato da chi aveva la responsabilità di tutelare l'Italia. Invece si fece qualche cosa solo il successivo 11 marzo. Non so se tra i circa 35.000 morti qualcuno avrebbe potuto salvarsi dal massacro del virus che nel frattempo scorrazzava indisturbato. Parrebbe che l'Italia sia stata vittima di un colpevole ritardo nell'intervenire. Mi spiace per la depressione della signora Obama, ma nel frattempo qui si moriva e non è ancora finita.


Luigi Barbieri

Caro lettore,
forse la depressione è una reazione un po' eccessiva. Ma certo le notizie emerse in questi giorni sulle raccomandazioni del Comitato scientifico ignorate dal governo, qualche preoccupazione e perplessità la suscitano. Perché è evidente che aver ritardato di oltre una settimana l'adozione del blocco totale ed aver deciso poi di imporlo a tutto il Paese, quindi anche ad aree e regioni in cui si segnalavano pochissimi casi di positività, lascia spazio a molti dubbi. Se a questo si aggiunge poi la vicenda grave e anche un po' surreale, della mancata adozione della zona rossa ad Alzano e Nembro, i due comuni bergamaschi epicentro del virus, il quadro che emerge non è dei più rassicuranti. Come è possibile, per esempio, che Conte non abbia mai visto (lo ha detto lui stesso ai magistrati) il rapporto degli esperti consegnato a Palazzo Chigi in cui si consigliava l'istituzione delle zone rosse nei due centri? E perché la Regione Lombardia non ha assunto lei stessa questa iniziativa né l'ha richiesta? Per quale ragione il governo prima ha ritardato gli interventi di lockdown e poi li ha estesi a tutto il Paese? Sono domande che meriterebbero qualche risposta. L'emergenza sanitaria è stata una durissima prova per tutti. Innanzitutto per chi a livello nazionale e regionale aveva responsabilità di governo. Non si tratta di fare processi politici a posteriori. Ma di capire cosa sia successo. Come siano maturate alcune decisioni e perché sono stati compiuti alcuni errori. Anche per evitare che in futuro si possano ripetere.
Ultimo aggiornamento: 11 Agosto, 16:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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