Vaccinazioni
Con AstraZeneca
richiamo in piena estate
Mi sono vaccinato

Giovedì 6 Maggio 2021
Vaccinazioni
Con AstraZeneca
richiamo in piena estate
Mi sono vaccinato presso il drive-through di Oriago di Mira (molto bene organizzato). La mia unica perplessità sul tipo di vaccino che mi è stato inoculato (AstraZeneca) riguardava come altri miei coetanei non tanto la marca, quanto i tempi di attesa per il richiamo: per altri sieri si va a 3/4 settimane; e per Astra Zeneca 12 settimane, cadendo quindi da metà luglio in avanti (in piena stagione di ferie). Probabilmente con l'estate, molti over60 avranno optato per posticipare a fine stagione questa opportunità vaccinale o di aspettare magari il J&J monodose.
Alberto Orlandini
Spinea
Governi
Meglio una squadra
che il leader carismatico
Oltre alla vaccinazione per il covid, al Paese servirebbe anche un'altra immunizzazione. Come lo governi un Paese dove, come per guidare un'automobile, tutti vogliono il controllo dello sterzo e nessuno si accontenta di sedere a turno accanto o dietro all'autista? Come lo riformi il lavoro in un Paese così, dove il lavoro non è visto come una squadra impegnata a vincere la stessa partita? Come si presenta a votare un Paese che si informa solo col tg o coi link che rimbalzano flippati tra le amicizie facebook sullo smartphone, dove tra vero e fake si fatica a distinguere? È così strano se poi il Paese finisce commissariato, e se alle prossime elezioni quirinalizie rischiamo una restrizione della democrazia rappresentativa? Ecco, l'altra vera vaccinazione di massa che a questo Paese servirebbe, è contro la stupidità e l'idea del leader carismatico, l'uomo forte coi pieni poteri, il salvatore della patria che brandendo lo stellone fa piovere la manna dal cielo che ci si aspetta dagli Zaia, i Draghi, le von der Leyen. Un Paese tra l'altro forse fin troppo secolarizzato, se non prova più nessuna pietà-compassione per la gente che viene mostrata annegare nei Tg dei pasti e nei quotidiani.
Fabio Morandin
Natalità in Veneto
Il ruolo delle donne
e i consultori
Come se il ruolo delle donne nella procreazione non fosse centrale, la regione Veneto unita alle associazioni cattoliche promuove la L.R.20/20 che attacca la libertà dei consultori e mina la legge 194 che - da oltre 40 anni - aiuta, sostiene e guida i minori, le donne e le famiglie in difficoltà. E quando le donne, rappresentate da ben 29 associazioni venete e nazionali, si fanno avanti per collaborare a migliorare la legge, non risponde. Le due richieste di audizione, presentate a nome di tutte dalla Casa delle Donne di S. Donà di Piave, alla presidente della Quinta Commissione consiliare Brescacin in cui si richiedeva anche la presenza dell'assessora alla Sanità e Servizi Sociali Manuela Lanzarin, non hanno avuto risposta ufficiale ma solo rassicurazioni ufficiose - da parte della vicepresidente del Veneto Francesca Zottis - che ciò sarebbe avvenuto a breve. Ma sono passati mesi e intanto la cabina di regia - di cui sono membri ben 5 rappresentanti delle associazioni cattoliche pro vita e nessuna rappresentante delle donne! come primo atto attuativo della legge ha deciso di far entrare le associazioni pro vita all'interno degli ospedali e dei consultori. Gruppi privati, con posizioni moralistiche di stampo religioso, inseriti all'interno di un servizio pubblico che deve essere laico. Le donne in difficoltà potranno trovarsi a dover giustificare le proprie scelte in cambio di un aiuto economico che sa più di carità che di sostegno. Non è questo del Veneto un atto isolato, ma in tutta Italia leggi regionali minano le libertà di scelta sul proprio corpo faticosamente conquistate nei decenni dalle donne, in un assurdo tentativo di risolvere il problema della denatalità impedendo la libera scelta sulla maternità anziché promuovere l'occupazione femminile e leggi di reale tutela delle lavoratrici-madri, accompagnate da scelte consapevoli sul ruolo della paternità, come stanno facendo i paesi europei più progrediti dove il trend sulle nascite sta già cambiando. Quello che manca in chi governa questa regione sono visioni a lungo termine della società. In conclusione, è chiaro che questa legge non sta dalla parte delle donne e non tiene in conto né il loro parere, né le donne stesse.
Anna Maria Bardellotto
Coordinatrice Casa delle Donne e presidente Se Non Ora, Quando?
S. Donà
Stima
Orgoglioso
di Zaia e Figliuolo
Ho visto la dichiarazione del presidente Zaia voluta dalle parti di opposizione in aula consigliare. Ammiro il nostro presidente per come ha spiegato tutto per filo e per segno. Sono orgoglioso di essere veneto e di avere Zaia come presidente. Vale ciò che ha detto il presidente: andate in procura e dimostrate e denunciate. Ho già avuto in altre sedi modo di congratularmi con il comportamento del commissario Figliuolo per come svolge il suo lavoro. È un militare ed è abituato ad obbedire a saggi ordini ma quello che conta è che è un alpino.
Alcide Tonetto
Ristoranti
Che squallida
concorrenza
Prima del Covid, era bello al mattino, quando noi e i nostri vicini colleghi, ci si salutava da una parte all'altra del campo, mentre ognuno di noi era indaffarato a metter fuori tavoli e sedie dei nostri ristoranti. Era bello anche perché, sapevamo che tutti avremmo lavorato quel giorno. Il Covid ha interrotto questo idillio e la scarsità di clienti ha dato vita ad uno squallido accaparramento di clienti. Si fa uso di qualsiasi espediente: dalla busta al battidor, passando per le regalie, fino ad arrivare al classico: lì non si mangia più bene come una volta. Quando si riempiono i plateatici di uno o due locali e gli altri, come noi, stanno a guardare ...beh... qualcosa non quadra e ti vien voglia di indagare. Ed è così che scopri un mondo fatto di sotterfugi, di patti segreti, di squallore!
Un anziano mi ha detto che tutto questo è sempre esistito, ma farlo anche ora, in questo difficile momento storico! Si dice: siamo tutti sulla stessa barca... mi pare proprio di no! Che vergogna!
Un ristoratore onesto
Venezia
Mascherine su
Il pronto richiamo
della cassiera
Lo scorso 29 aprile mi sono recato presso il negozio Obi di Mestre per effettuare degli acquisti e, mentre ero in coda in cassa per il pagamento, ho ricevuto una telefonata che aspettavo perché per me importante. Meccanicamente, senza rendermi conto di quello che facevo, ho abbassato la mascherina ed ho risposto. All'improvviso si alza una cassiera, mi viene vicino e con modo fermo ma molto gentile, mi ha invitato a rimettere la mascherina.
Non nascondo che, al momento, sono rimasto molto imbarazzato. Non mi ero reso nemmeno conto di aver fatto una cosa che non andava assolutamente fatta. Durante il ritorno ho ripensato all'accaduto. Stamattina ho telefonato alla direzione del negozio per fare i complimenti sia alla cassiera che ha avuto la prontezza di richiamarmi prontamente su un mio preciso errore, sia alla direzione del negozio per avere personale preparato.
Salvatore Esposito
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