Rapporti tra Stati
Le colpe
altrui
A ripercorrere gli ultimi mesi di vita

Giovedì 14 Febbraio 2019
Rapporti tra Stati
Le colpe
altrui
A ripercorrere gli ultimi mesi di vita della nostra Repubblica vien da chiedersi se quanto autorevolmente sostenuto per gli esseri umani in psicologia (Il modo più efficace per modificare qualcosa nelle proprie relazioni interpersonali, non è chiedere all'altro di cambiare, ma cambiare il proprio atteggiamento nei confronti dell'altro) non possa avere una qualche valenza nei rapporti fra Stati nell'ambito della comunità internazionale. Assistiamo ormai da giugno ad attacchi da parte dei più autorevoli esponenti del nostro governo, con la lodevole eccezione del premier Conte, incessante pompiere, ora all'uno ora all'altro paese europeo, quando non addirittura ad un organismo sovranazionale fondato dal nostro stesso Paese, attribuendo la mancata soluzione dei problemi italiani, se non la causa degli stessi ai pregiudizi da cui sono affetti i governi europei, (anche quelli presunti amici che non fanno nulla per dimostrare di esserlo?), nei nostri confronti. Che anche i politici al governo attuali (in passato vi ricorse un noto statista nostrano che si appresta a ridiscendere in campo) stiano affezionandosi al meccanismo di difesa della proiezione con l'obiettivo di imputare all'atteggiamento di altri stati e all' Unione Europea le ragioni delle difficoltà sempre maggiori che incontra il nostro Paese? Chissà se vale anche per gli Stati quanto scrive per gli esseri umani lo psicologo Wayne Dyer: «Dare la colpa ad altri è un piccolo e pulito meccanismo... Usalo ed eviterai tutti i rischi e impedirai a te stesso di crescere.» Forse l'Italia non cresce più per questi motivi? Comunque a togliere ogni speranza, proseguendo nel parallelo, al nostro Stato le severe parole di un altro psicologo Carl Rogers La sola persona che non può essere aiutata è quella che getta la colpa sugli altri.
Giuseppe Barbanti
Mestre (Ve)
Italia-Francia
Un po'
di moderazione
Non andremo in guerra contro la Francia per le parole di Salvini o Di Maio, ma certamente questa continua rissa crea problemi anche a livello sociale. Tutti protestano, tutti hanno qualcuno di insultare, l'imitazione, come le pietre sull'autostrada, sta facendo più danni di quelli che effettivamente fanno i nostri focosi e irritati governanti. Via, un po' di moderazione non guasterebbe.
Enzo Fuso
Lendinara (Ro)
Giornata del Ricordo
La pulizia
etnica
Vorrei orientare la discussione in atto in questi giorni in occasione della Giornata del ricordo dei martiri delle foibe verso un'altra e mai riconosciuta prospettiva esegetica: la mattanza di giuliani, istriani, fiumani e dalmati venetofoni (quindi italofoni) che si è verificata in quelle terre sull'altra sponda dell'Adriatico dal crollo del fascismo (ma la persecuzione etnica era iniziata già da un secolo) fin ben oltre la conclusione della guerra stessa non si spiega solo con l'odio sfogato dagli iugoslavi (specialmente sloveni e croati) sugli italiani per vendetta contro gli odiosi crimini compiuti dai fascisti per un ventennio contro le popolazioni slave; alla sua base stava un ben preordinato piano di pulizia etnica che mirava all'annientamento della componente di popolazione non slava italifona in territori dove da sempre la presenza veneta, sin dall'alba del secondo millennio, era stata radicata lasciando un'impronta indelebile anche oggi nel patrimonio storico-artistico-monumentale di quelle terre. E mentre i padri costituenti scrivevano che l'Italia è una e indivisibile una parte nobilissima di essa era ceduta in silenzio ai massacratori titini con la Pace di Parigi il 10 luglio 1947. E ancor oggi la quasi totalità degli italiani chiama slavi i nobilissimi figli di quelle sfortunate e italianissime terre esuli in Italia.
Francesco Chiaro
Venezia
Differenze
I crimini nazisti
e quelli comunisti
Perché dei crimini del nazismo di Hitler se ne parla dal 1945 sempre e dovunque in tutto il mondo? Perché delle foibe e dei crimini dei partigiani di Tito se ne parla solo dal 2004, dopo 60 anni, e solo in Italia? Perché dei crimini dei gulag di Stalin non se ne è mai parlato e non se ne parla in nessuna parte del mondo?
Dott. Elio Rigato
Padova
I tre interventi
Sindacati, finalmente
di nuovo un senso
Vorrei evidenziare l'atteggiamento, oltre che gli interventi, di Cgil, Cisl e Uil mostrato dai loro segretari che si sono pronunciati sul palco di piazza della Repubblica a Roma. Dopo mesi, se non anni, di oblio della loro presenza recepita, si è veduto un improvviso rinvigorimento all'unisono delle Confederazioni, concentrato sulle istanze dei lavoratori portate alla ribalta. Credo sia significativo quanto ribadito dai tre segretari, che l'attuale linea sindacale sfocia da un lungo dibattito interno alla base, quindi recepito e condiviso al vertice, per esporlo oggi, con convinzione, di fronte ad una piazza stracolma. Il mio plauso va, poiché ho sentito finalmente il sindacato vicino. Che si muove per ridare uno scossone a quest'Italia che probabilmente ha perso il vero senso dell'orizzonte: il lavoro. Sono stato colpito dagli interventi di Landini, della Furlan e Barbagallo, poiché hanno centrato le istanze non solo dei lavoratori attivi, ma anche dei pensionati e delle classi deboli in generale che necessitano di aiuto ed assistenza. Notizie positive per uno Stato che voglia guardare al futuro in un'Italia che ne ha urgente bisogno. Questo mi fa ben sperare.
Gianfranco Gobbo
Mogliano Veneto (Tv)
Venezuela
L'Onu va
riformata
Il Venezuela galleggia su un mare di petrolio ma gran parte della popolazione è alla fame. Su tutti la minaccia della guerra civile. Il presidente Maduro e l'oppositore Guaidò chiedono l'intervento del Vaticano per trovare una soluzione pacifica. E l'Onu, come da copione guarda e tace. Forse sarebbe arrivata l'ora di una radicale trasformazione di questa assemblea mondiale che troppe volte ha mostrato la sua inutilità.
Vittorio De Marchi
Albignasego (Pd)
Allevatori sardi
Il latte
per terra no
Posso capire l'esasperazione degli allevatori sardi che non vedono ricompensato il loro lavoro, ma il latte per terra no. È un fatto che non posso accettare e spero che qualcuno rimedi al più presto.
Gino De Carli
Soranzen (Bl)
Diatriba con la Francia
Siamo un popolo
strano
Saranno state le molte invasioni che abbiamo avuti nel corso dei secoli, e che purtroppo ancora oggi riceviamo, a farci diventare un popolo strano, un popolo senza amor patrio, a meno che non ci sia una guerra. In tempo di pace amiamo poco la nostra splendida nazione. È normale che una parte di popolo e un partito si schierano contro il proprio paese in una diatriba con un'altra nazione? Addirittura il presidente francese esagerando ha ritirato l'ambasciatore perché lo abbiamo offeso, perché non lo abbiamo fatto anche noi quando ad offendere, e anche pesantemente, era stato lui? E cosa fanno alcuni partiti succubi e servili, tipo il PD a Torino, Cuneo e in altre parti? Espongono la bandiera francese, cioè si sentono più francesi che italiani. Come si potrebbe chiamare un simile comportamento? Naturalmente Tradimento. Ma ciò che più mi indigna e che questo partito continua ancora a prendere voti, anche se molto meno, nessuno dovrebbe più votarlo.
Giuseppe Jovino
Quinto di Treviso
I controlli
Le nostre
banche
Ho già scritto, trovando consensi, che considero sconveniente che lo Stato spenda, per motivi solo elettorali, denari pubblici, ovvero anche miei, per indennizzi su ordinarie transazioni finanziarie di natura assolutamente privatista. Mi auguro arrivi il divieto dalle autorità europee. Il discorso porta alle critiche (elettorali anch'esse) pesantissime su Banca d'Italia di Di Maio e Salvini, che pur non mi pare abbiano particolari competenze personali in materia economica e finanziaria. In Italia abbiamo banche fra le migliori d'Europa, altre regolarmente attive ed una minoranza con problemi gravi, ovvero una situazione assolutamente normale dopo la peggiore crisi economica dal 1945 con un calo di quasi 10 punti di PIL e sapendo che in Italia i danni da banche sono stati assolutamente inferiori a quelli di tutti i principali paesi. Per leggi e normative in vigore, i consigli d'amministrazione delle banche hanno autonomia decisionale assoluta, dovendo solo rispettare i macro limiti decisi dalle autorità europee ed italiane. I principali controlli (fatti da BCE per le banche maggiori e Banca d'Italia per le altre), per il fatto stesso di chiamarsi controlli sono, per definizione, effettuati a posteriori. Ovvero, se la banca ha deliberato crediti erronei, Banca d'Italia lo riscontrerà a posteriori, al verificarsi di precisi eventi. Non può esistere alcun controllo preventivo di Banca d'Italia sulle concessioni creditizie, perché altrimenti risulterebbe impossibile concedere crediti aziendali in tempi decenti e tanto varrebbe accentrare tutto nelle banche centrali, le quali dovranno verificare cause ed entità dei problemi, deliberare sanzioni, rimozioni, chiusure, fusioni o incorporazioni, se possibili, ma il danno sarà già stato fatto. Le autonomie operative valgono per le banche come per qualsiasi azienda di questo mondo. Ovviamente ci sono aziende e banche di diversa solidità e consistenza per cui in situazioni di crisi economiche, le migliori e più solide resisteranno mentre le più fragili e/o non ben amministrate avranno problemi. Le banche sono figlie dei loro managers e saranno sempre il settore più esposto alle crisi economiche gravi, oltre che indissolubilmente legate alle fragilità socio-economiche del territorio dove operano. E ben sappiamo quanto fragile sia l'Italia!
Piero Zanettin
Padova
Incendio a Venezia
Un grazie
ai due eroi
In merito all'incendio della casa famiglia in calle nuova San Simeon a Venezia vorrei tramite il suo giornale ringraziare i due giovani eroi che si sono prodigati dopo i richiami di aiuto della badante, al salvataggio delle tre donne, una delle quali mia cognata, e una quarta purtroppo deceduta.
Bruno Oltremonti
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