Migrazioni
Ma la Tunisia
non è in guerra
Premesso che non sono contrario

Sabato 31 Ottobre 2020
Migrazioni
Ma la Tunisia
non è in guerra
Premesso che non sono contrario ad aiutare tutti coloro che scappano dai paesi in guerra o carestie, ma a regolamentare o perseguire quelli economici sì. Volevo segnalare che da quando il governo giallo/rosso ha eliminato la famosa legge Salvini ed approvato una nuova legge sull'immigrazione, la quale doveva essere la panacea del problema, non arriva più nessuno! O almeno così si evince dalle notizie riportate dai giornali e TV, è possibile? Non ne arrivano più o non ce lo dicono? O è bene non lo si sappia? Come pure non è dato sapere che fine hanno fatto le famose navi quarantena e la dislocazione di quanti sono sbarcati, e se hanno il Covid-19. Mi preme segnalare quanti arrivano dalla Tunisia. Ora, io per molti anni avendo fatto l'agente di commercio nel settore industriale, ho avuto modo di seguire decine e decine di aziende italiane che hanno delocalizzato il lavoro, soprattutto manuale, proprio in quel paese. Chiudendo e/o licenziando diverse migliaia di lavoratori italiani. Giornalmente ci sono navi cariche di materiali semilavorati che partono dai porti italiani per la Tunisia come pure aerei con imprenditori, tecnici o manodopera specializzata che si recano là per dirigere centinaia di aziende italiane, che danno lavoro a centinaia di migliaia di tunisini. Quindi ritengo si possa affermare che la Tunisia non è un paese in guerra e che aeroporti e porti sono sicuri! Pertanto vorrei chiedere: i nostri ministri lo sanno?
S.T.
Covid / 1
Decreto inutile
a Venezia
Il decreto che impone la chiusura di bar e ristoranti non ha alcuna ragione d'essere a Venezia. A parte quei pochissimi e arcinoti bar che disattendendo tutti i DPCM facendo così soldi a palate e con il beneplacito dell'amministrazione che poco o nulla è intervenuta per reprimere simili inqualificabili comportamenti, non si è mai sentito di assembramenti all'interno e al di fuori di ristoranti e che non contribuiscono neppure all'affollamento di mezzi pubblici visto che a Venezia nei ristoranti ci si va quasi esclusivamente a piedi. Locali che hanno subito enormi spese economiche per adeguarsi ai DPCM e che nessun ristoro, se e quando arriverà, rimborserà mai. Ristori che mai arriveranno a chi ha iniziato l'attività nella seconda metà del 2019 perché i ristori si baseranno su quanto fatturato il primo quadrimestre del 2019 Se poi gli italiani si incavolano, cerchiamo di non sorprenderci perché con la rabbia se ne va anche la lucidità con conseguenze che già si stanno vedendo da nord a sud.
Giorgio Valconi
Covid / 2
Soluzioni
semplici
Più la situazione è complessa e difficile, più è necessario trovare soluzioni semplici e comprensibili. Per quanto riguarda la scuola la mia idea è che dovrebbe prevedere sempre la presenza degli insegnanti, che anche attraverso lavagne interattive potrebbero fare la loro lezione a distanza, prevedendo la presenza dei ragazzi per le verifiche a gruppi scaglionati. Inoltre per le situazioni più complesse o di disagio potrebbe essere prevista una presenza continuativa. L'accesso alle lezioni online deve essere garantito a tutti anche prevedendo il comodato d'uso di strumenti informatici. Le poche risorse disponibili devono essere destinate a questi scopi. I nuovi banchi, che destano numerose perplessità, spero servano almeno a migliorare la postura della colonna vertebrale dei nostri ragazzi. Ribadisco, servono cose semplici e concrete, di facile applicazione e che non aumentino uno stato d'ansia e di paura che favorisce la diffusione del virus, riducendo le naturali difese dell'organismo.
Claudine Rosania
Covid / 3
L'unica arma
è la mascherina
I Dpcm si susseguono, le limitazioni ai movimenti dei cittadini e all'attività economica aumentano, ma aumentano pure i contagi e i deceduti; i virologi e i medici ospedalieri avvertono che questi restringimenti serviranno a ben poco, perché la capacità di accogliere i malati nei Pronto Soccorso è ormai limitata e non vorrei che i medici fossero costretti ad un certo momento a scegliere fra i tanti contagiati chi si può tentare di salvare. L'unica arma che abbiamo è la mascherina che ci permetterebbe di tenere sotto controllo la diffusione dei virus ed evitare un disastroso lockdown generalizzato. È un arma però che dovrebbe prevedere per chi non la usa una pesante sanzione anche se non vedo in giro nessun esponente dell'ordine pubblico con questa intenzione. Come Martin Luther King, anch'io ho un sogno: desidererei che la stampa nazionale scegliesse una giornata in cui tutti i quotidiani uscissero in prima pagina con un solo titolo: TUTTI CON LA MASCHERINA.
Sergio Scarpa
Covid / 4
Una vita
normale
Sono completamente d accordo con la lettera del Sig. Robero Dassi Meglio tornare alla vita normale del 29 ottobre. Secondo me meritava la prima pagina del giornale. Ci sarebbero stati quelli favorevoli, e quelli completamente contrari. Ma è normale quando si pensa con la propria testa, e non si segue quello che dicono i troppo numerosi dottori e virologi, che finora non hanno fatto una bella figura né da parte dell'arte medica né da parte del comportamento civile o savoir faire.
Augusto Pozzobon
Covid / 5
Più controlli
sulle mascherine
Sebbene il presidente della Regione Veneto ribadisca fino alla nausea l'importanza sull'utilizzo corretto delle mascherine, seguendo correttamente le linee e disposizioni ministeriali, molti per strada e soprattutto nei mezzi pubblici se ne infischiano. Non esistono i controlli! Al di là delle proteste sacrosante di chi è colpito direttamente dalle disposizioni (escludendo le azioni violente o strumentalizzate da politici mediocri), la mascherina è un obbligo per tutti anche nei mezzi pubblici, dove si continua a viaggiare ammassati nelle ore di punta. Zaia ed i Sindaci dovrebbero affiancare ai proclami pubblicitari sull'uso della mascherina e sui divieti di assembramento, delle disposizioni per stabilire i controlli delle Forze dell'Ordine e tra queste la Polizia Locale, anche se impopolari. Devono essere applicate le sanzioni per chi non ha la mascherina e nei confronti dell'azienda dei trasporti, che qui a Venezia e Mestre fa viaggiare i pendolari come sardine. Non è corretto che il cittadino onesto litighi con chi non indossa la mascherina e nemmeno che tale incombenza sia del personale dell'Azienda dei Trasporti (anche se ho assistito ad un disinteresse dei controllori che verificano solo i biglietti, tralasciando il resto).
Dario Gallotti
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci