Insulti
Il peso dei libri
e dei social
Ho appena finito di leggere i saggi

Sabato 18 Gennaio 2020
Insulti
Il peso dei libri
e dei social
Ho appena finito di leggere i saggi di Alan Friedman (Questa non è l'Italia) e di Andrea Scanzi (Il cazzaro verde). In entrambi i libri alcuni attuali protagonisti della nostra politica, ben noti (Laura Castelli, Matteo Salvini, Denis Verdini, Paolo Savona, Claudio Borghi Aquilini, Alberto Bagnai, Armando Siri, Francesca Donato e altri) vengono descritti o giudicati per il loro operato con giudizi così taglienti che se io fossi uno di loro avrei fatto causa agli autori, oppure immediatamente demolito le loro soggettive osservazioni attraverso articoli di giornali, interviste TV, pubblicazioni ah hoc anche in formato tascabile. Invece da parte dei protagonisti è seguito il silenzio più assoluto. Mentre su Facebook similari messaggi destinati a sparire nel giro di un giorno suscitano spesso furibonde polemiche e minacce di querele, un'analisi politico-economica sulla carta stampata che può durare anni e anni, riceve la più assoluta indifferenza. Le parole sono pietre si diceva una volta. Solo che su Internet diventano enormi macigni mentre sui libri rappresentano solo leggerissimo ghiaino. Si può spiegare solo con la scarsa propensione degli italiani a leggere i libri?
Oscar De Gaspari
Porto di Venezia
La fuga
dei cinesi
Come abitante del Veneto non posso rimanere indifferente al drammatico appello del Presidente di Confindustria di Venezia e Rovigo Vincenzo Marinese dopo l'abbandono del Porto di Venezia da parte della Compagnia Ocean Alliance con le navi Cinesi porta container causa il basso fondale dei canali che ne pregiudicano il transito. L'escavo dei fanghi bloccato e altre decisioni da un decennio dormienti al Governo, denunciate dal Presidente Marinese e a cui fa eco il sindaco Brugnaro con previsione di drammatiche ripercussioni nel tessuto imprenditoriale del territorio e non solo. Leggo nell'articolo i nomi degli ultimi Ministri succedutisi al Ministero delle Infrastrutture, Del Rio poi Toninelli e ora la De Micheli, tutti della stessa sponda politica e immobili su questa tematica. Questo comportamento equivale a tagliare le gambe alla sedia su cui si è seduti dice Marinese.? Probabilmente a Roma non solo politicamente non contiamo ma non conta manco il Pil che produce questo nostro Comparto. Esprime Marinese: «Nessuno decide, pronti a scendere in piazza». Io da pensionato orgoglioso del mio territorio aspetto solo quando e dove, non accetto di veder degradare il territorio che mi ha dato da vivere e che ha lautamente contribuito alle casse Statali. In Italia da anni i governanti tutti bravi nel distribuire soldi (esclusi ai lavoratori e pensionati 16 cent.) come il reddito di cittadinanza, l'accoglienza migratoria indiscriminata con i costi che comporta e che difficilmente ci sarà dato a sapere l'entità. Sembra banale, tutto questo senza preoccuparsi o domandarsi da dove e come provengano le risorse, lo evinco da detti comportamenti.
Giuseppe Ave
Venezia
Come recuperare
gli impianti sportivi
Nei giorni scorsi il più importante quotidiano sportivo italiano, pubblicava la mappa delle città italiane e la tempistica sulla ristrutturazione e realizzazione dei nuovi stadi di calcio. Purtroppo, anche in questa occasione Venezia non era in elenco, e il problema stadio che gira ormai da oltre trent'anni sembra ancora una volta rinviato. In questo lungo periodo di tempo sono state molte le cordate che si sono candidate a tale realizzazione, ricordo i russi e tanti altri imprenditori costretti, per vari motivi, a rinunciare ai loro progetti. Dal punto di vista impiantistico sportivo, non c'è solo il problema calcio, c'è il problema dell'atletica, del nuoto e del palazzo dello sport in alternativa al Taliercio. In questo contesto si inserisce il ruolo del sindaco Luigi Brugnaro e la sua proposta di realizzare alcuni impianti in zona Pili a Marghera. Tale proposta sembra contrastata da molti per conflitto di interessi essendo i terreni di proprietà del Sindaco. Non c'è dubbio però che la realizzazione di impianti sportivi in tale zona, sarebbe sicuramente un ulteriore forte legame per gli sportivi e non solo, tra la città di Mestre e Venezia. Lontano da me l'idea di difendere il Sindaco che non ne ha certamente bisogno, ma se i terreni sono stati acquistati in tempi non sospetti, perché non si apre un serio confronto per determinare un equilibrio tra i vantaggi privati e i vantaggi pubblici di un eventuale investimento? Una cosa è certa, il pubblico da solo non riuscirà mai a recuperare la crisi impiantistica di Venezia e quindi l'intervento di privati unitamente all'aiuto del Credito Sportivo è condizione indispensabile per avere impianti belli e competitivi come avviene in tutta Europa.
Dino Lazzarotto
Sanità
Omertà
sulla salute
Omertà è un vocabolo legato alla malavita, coniato per definire quello spirito intrinseco di una associazione a delinquere, cioè il silenzio assoluto rispetto a tutti coloro che ne fanno parte. Questa parola che infastidisce solo a pronunciarla la incontri spesso e volentieri in tanti ambiti della vita quotidiana. Quando però ti ritrovi a combatterla in presenza di situazioni di malattia allora i danni vanno ben oltre l'immaginabile. Quando ad essere ferito e danneggiato sia nel fisico che nell'anima da un silenzio inconcepibile in una società che invece decanta la trasparenza della propria Sanità, sei proprio tu o chi ti sta a cuore, allora ti rendi conto che dinanzi invece che trovare comprensione, collaborazione ed ascolto, hai un muro invalicabile, che tu per sempre avvertirai come egoista e crudele. Vittime dirette, vittime collaterali, le storie in questi casi sono diverse tra loro, ne migliori ne peggiori, ma tutte fortemente dolorose ad oltranza. Il tutto è aiutato da un sistema legislativo che difficilmente punisce la responsabilità diretta. Tu come puoi allora sentirti? Non protetto e non rispettato anche se vi sono leggi che sanciscono il contrario. Il potere ed il prestigio di chi invece avrebbe, per il ruolo che ricopre, dovuto proteggerti, tutelarti, viene prima dei tuoi bisogni e di quelli altrui. Questo è uno dei motivi per cui molti di noi scelgono il silenzio al posto della denuncia, perché già scoraggiati fin dall'inizio. Non è una scusa accettabile però purtroppo è tristemente anche troppo reale.
Barbara Crosera
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