IL PROGETTO
In principio fu un demone. Con il Coronavirus arrivò il lockdown,

Lunedì 3 Agosto 2020
IL PROGETTO
In principio fu un demone. Con il Coronavirus arrivò il lockdown, i social e i siti di informazione furono invasi da video su Venezia creati con i droni, copertura mediatica totale nell'apocalisse Covid. «Una narrativa portata dai media stranieri, sembrava dire che la città era morta, spopolata, e non ci fosse più nessuno. Perché non si dava notizia dei giovani che consegnavano la spesa a domicilio?». Se lo chiedevano affrante in quarantena Monica Cesarato, travel e food blogger, e Romena Brugnerotto, blogger e accompagnatrice turistica, che hanno presto deciso di reagire all' infodemia dilagante, dedicando a Venezia un cortometraggio che mostrasse il suo lato più luminoso.
L'IDEA
Hanno contattato il regista e video maker Federico Bizzarini, il direttore della fotografia Lorenzo Pezzano, ed è nato il progetto Anima veneziana. Un regalo alla città, fatto da chi la ama. Un cortometraggio che racconta Venezia per come la vivono e la conoscono i veneziani, una città che vale la pena visitare per più di due giorni, un luogo ideale frutto di secoli di storia e d'amore. «Venezia non è solo monumenti, 1.200 anni di storia condensati a San Marco, Rialto, i video di chi si beve lo spritz - racconta Monica Cesarato - la città vive, perché ci sono gli artigiani, i veneziani, quelli che costruiscono le barche e i maestri vetrai. Venezia non è una città che può essere visitata in 48 ore». Il progetto audiovisivo sarà realizzato in due versioni: un video veloce su Youtube, per promuovere la Venezia lenta e a passo d'uomo, e un cortometraggio da presentare ai festival internazionali.
La raccolta fondi è stata affidata all'associazione culturale ABCOnlus, che ha patrocinato il progetto, apartitico e senza fini di lucro, e consentirà la realizzazione del film. Hanno aderito il Comitato per la salvaguardia delle perle veneziane, l'associazione Maschereri, Laguna nel bicchiere, la scuola di restauro della Giudecca, Iveser, Ateneo Veneto, Scala Contarini del Bovolo, Scuola Grande San Giovanni Evangelista, ma sono coinvolti tutti i cittadini, chi vive e lavora a Venezia. La regia è affidata a Federico Bizzarini, veneziano, 33 anni. Ha frequentato l'Accademia del cinema a Bologna, e poi un master in regia e sceneggiatura alla New York Academy. Tra le sue produzioni, ha debuttato con due documentari sull'India e il genocidio armeno, realizzando, tra il 2011 e il 2012, Il medico della peste, progetto premiato a un festival cinematografico di Los Angeles, e partecipando nel 2019 al Short film festival organizzato da Casa Pasinetti con un corto sull'isola di Poveglia. «Era anni che volevo realizzare un documentario su Venezia - dice Bizzarini - raccontare una città vissuta dai veneziani, iniziando dal suo artigianato. L'idea è quella di rappresentare una Venezia minore, e non le solite location manager come San Marco e altri luoghi noti, ma la città raccontata dai piccoli artigiani che la vivono e fanno fatica a sopravvivere». L'incasso sarà devoluto alle associazioni che partecipano, molte delle quali ospiteranno le riprese. Per informazioni: www.animaveneziana.com
Filomena Spolaor
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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