Il lutto
Addio a Compostella:
padre della medicina
E' mancato in questi

Lunedì 16 Settembre 2019
Il lutto
Addio a Compostella:
padre della medicina
E' mancato in questi giorni il professor Adalberto Compostella, già Primario ortopedico, uno dei padri fondatori della Medicina bellunese, appartenente ad una generazione di medici tutti accumunati da una grande professionalità, ma soprattutto da un'alta statura morale. Si pensi a figure come Basevi, Dusi, Comuzzi, Menozzi, Puccetti, Gava, De Marchi, Saetti, Cavagna, De Marco, Pellegrini, Fassetta, Ferri, Marson, Cielo, professionisti che io, giovane medico, ho avuto l'opportunità di conoscere.
Sarebbe troppo banale etichettare questa generazione di professionisti come medici d'altri tempi, perché trattasi di professionisti che hanno saputo gettare le basi della medicina del futuro. Acquisendo e dispensando conoscenze. Il professor Compostella è stato un vero Maestro e non è quindi un caso che tanti dei suoi collaboratori abbiano raggiunto posizioni apicali nell'ortopedia ospedaliera. Il più giovane dei suoi allievi oggi ne ha preso il posto. Uomo solo apparentemente severo, gestiva il suo reparto, i suoi medici, i suoi gessisti, gli infermieri e fino all'ultimo dei portantini, senza distinzioni, come un buon padre di famiglia. E da tutti era benvoluto e rispettato, come si doveva ad un buon padre di famiglia. Uomo misurato, era peraltro capace di manifestazioni di affetto sorprendenti: mi ricordo di averlo visto abbracciare, fino a sollevarlo da terra, un suo giovane collega che gli annunciava la sospirata paternità. Lavoratore instancabile, era sempre il primo, la mattina in sala operatoria. Colto, pragmatico, di poche parole, ma dotato di un senso dell'umorismo che manifestava in poche memorabili occasioni: come quando ad un suo collaboratore che proponeva un trattamento piuttosto aggressivo, disse in dialetto te me par Saddam Hussein. E' mancato il professor Compostella, è mancato un grande uomo a cui tanti devono molto, principalmente i suoi pazienti, ma anche tutti quelli che hanno potuto apprezzarne la grande professionalità ed umanità. E io sono tra questi.
Dr Gianluca Rossi
Inquinamento
Scie e rumore:
stop ai supersonici
Da qualche tempo a questa parte, non soltanto lo scrivente ma anche tanti altri come me, ci chiediamo se, quanto succede sopra le nostre teste, sia più o meno inquinante rispetto all'emissione dei tubi di scarico della macchine che attraversano la nostra bella provincia: mi riferisco agli aerei che, in questi ultimi due-tre anni, sorvolano non solo le Dolomiti, anche i nostri centri urbani e che lasciano tracce visibili nelle foto che ho allegato. Proprio oggi, mi sono soffermato una mezz'oretta a guardare il cielo contando ben 34 enormi scie di condensazione di altrettanti aerei che avevano appena sorvolato parte della nostra provincia.
Mi chiedo, e forse sono il primo a porsi questa domanda, se nella nostra provincia c'è mai stato qualcuno che abbia sollevato il problema che, oltre a contribuire, insieme con altri, al surriscaldamento del globo, ma anche a far tremare le Dolomiti (chi mi assicura che certi stacchi di montagna non siano riconducibili a spostamenti d'aria da rumore al passaggio dei supersonici?), non si sia ancora preoccupato a questo proposito. Ho sentito dire che lo scarico di un aereo durante il volo, ma anche in sede di decollo, inquina in un solo minuto quanto possono inquinare nella stessa misura di tempo oltre diecimila tubi di scarico delle macchine che circolano nelle nostre strade. Per cui, quando viene imposto il blocco del traffico automobilistico delle nostre città a causa del proliferare delle cosiddette polvere sottili, si dimentica che il traffico aereo di questi tempi, determina nell'atmosfera un inquinamento di gran lunga superiore e nocivo. Se la nostra provincia di Belluno si distingue per conclamata salubrità dell'aria, cosa si dovrà dire per tante altre città? Ma di questo non si dice niente. Ma fino a quando?
Arnaldo De Porti
Nuovo governo
Bene D'Incà ministro
ma ci porti contributi
Bene con riserva. Intendo l'assunzione del parlamentare D'Incà al ministero dei rapporti col Parlamento. Dicastero, il suo, pieno se porta i colleghi onorevoli dalla nostra parte. Sì perché è sì pieno si spera non solo di buone intenzioni..ma queste con portafoglio. Dico che per esempio si interfacci con un altro nostro: il trichianese dott Franco della Banca d'Italia. E ho detto tutto. Perché sulla falsariga di un altro bellunese, (Bressa) non abbiamo a essere nella provincia nostra dei piglianculi, a dirla alla Sciascia.
Adriano de Col
La Valle Agordina
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